Qual è il destino di una casa cointestata in caso di debiti?
Il Fisco può procedere al pignoramento, ma solo se è stata già notificata l’ipoteca con almeno un mese di preavviso, e se il debito è superiore a 120mila euro. La prima casa, però, non può essere oggetto di esproprio, se costituisce abitazione civile e residenza del debitore.
Che succede, invece, se il creditore è un privato? Il pignoramento può essere attuato limitatamente alla quota di proprietà del debitore. Il Tribunale dispone la vendita e consegna al cointestatario la sua quota, tuttavia questo può anche opporsi alla liquidazione dell’immobile.
È possibile scongiurare il pignoramento?
Tecnicamente sì, tramite vendita, donazione o trasferimento a un fondo patrimoniale, a condizione che esso non sia dedicato al soddisfacimento dei bisogni della famiglia.
Tuttavia il Tribunale può cancellare l’atto di donazione tramite revocatoria, se c’è il sospetto fondato che la procedura sia stata effettuata per sfuggire alle proprie responsabilità nei confronti del creditore. La prova di questo è, ad esempio, la conseguente insufficienza dei beni del debitore ai fini della copertura della pendenza.
Se invece il debitore opta per la vendita della casa il margine di intervento del creditore è assai più ridotto, in quanto è necessario tutelare anche l’acquirente. Se però si evince che quest’ultimo si era precedentemente accordato con il venditore la situazione cambia.
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La redazione

È possibile procedere anche al pignoramento di una parte dello stipendio o della pensione. A stabilirlo, con una recente ordinanza che si muove in direzione diversa rispetto all’orientamento pre-esistente, è stato il Tribunale di Roma. Questo ha infatti spiegato che, se la quota incamerata dal creditore non basta a coprire la pendenza originaria, si può intervenire anche su altri fonti finanziarie del debitore.
Ne consegue la fine annunciata di ciò che si è creato con impegno, costanza, e innumerevoli sacrifici. Inevitabile, quindi, che il calvario si accompagni a un misto di impotenza e frustrazione. L’ultima vittima, in ordine di tempo, è stato uno storico bar di Formia (Latina), “La Caffetteria”, che chiuderà fra pochi giorni a causa del parziale versamento di due rate del mutuo acceso dai proprietari, vittime di tassi troppo alti. L’aspetto più crudelmente paradossale della vicenda è che, sebbene il reato sia stato accertato, non è stata individuata la persona fisica responsabile. In pratica, nessuno ha pagato per le disastrose conseguenze determinate.