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Se l’Agenzia di Riscossione si ostina a chiedere soldi, il contribuente va tutelato

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Equitalia non rispetta le sentenze? Deve pagare (letteralmente). Questo è quanto stabilito dalla Commissione Tributaria Provinciale di Milano che, con sentenza n.7068 del 2016, l’ha richiamata al pagamento delle spese legali in quanto aveva intimato ad alcuni contribuenti di pagare per cartelle esattoriali il cui annullamento era stato sancito da precedenti pronunce.

La vicenda è scaturita dall’impugnazione, da parte di due cittadini, di cartelle esattoriali per cui Equitalia aveva notificato loro un’intimazione di pagamento. In precedenza infatti, le stesse erano state annullate con sentenza passata in giudicato.

A seguito di detta pronuncia, i ruoli sarebbero dovuti essere cancellati, mentre invece comparivano ancora a carico dei contribuenti.

La Commissione Tributaria di Milano ha valutato il comportamento di Equitalia come carente in termini di buona fede, sottolineando che questa, anche nell’espletamento dei suoi poteri discrezionali, deve rispettare i principi di imparzialità, ragionevolezza e adeguatezza senza dimenticare il suo obbligo alla correttezza e buona fede nei confronti dei contribuenti. A prevederlo, l’articolo 10 dello Statuto dei diritti del contribuente. 

Illeciti bancari: ecco le più recenti sentenze a tutela del cittadino
 

La redazione



Definizione agevolata dei debiti: prima procedi, prima torni a respirare

 
Tutto pronto per rendere operativa la rottamazione delle cartelle introdotta da un recente decreto del Governo. Da oggi infatti Equitalia ha reso disponibile il modulo finalizzato a beneficiare della definizione agevolata (domanda DA1 scaricabile al link modello ufficiale domanda definizione agevolata Equitalia 2016). Questo può essere ritirato anche presso gli sportelli dell’Agenzia di Riscossione e inoltrato via email (corredato di carta di identità) o consegnato a mano entro il 23 gennaio prossimo.  
Richiedere di usufruire della rottamazione implica la dichiarazione esplicita, da parte del contribuente, della rinuncia a portare avanti eventuali procedimenti pendenti nell’ambito di commissioni tributarie. 
Possono beneficiare del provvedimento tutti quelli che hanno ricevuto cartelle esattoriali, sia provenienti da Equitalia che da altri concessionari, come quelli siciliani. Lo sconto si applica anche ai contributi previdenziali e assistenziali  e all’ Iva, con eccezione di quella che si riferisce all’importazione; per quanto riguarda le multe, la riduzione si riferisce ai soli interessi. 
Le multe provenienti dall’Unione Europea o dalla Corte dei Conti sono escluse dalla rottamazione, come pure le sanzioni pecuniarie scaturite da sentenze penali di condanna.  
Sul modulo DA1 i cittadini devono specificare per quale cartella intendono richiedere la definizione agevolata, nonché in che modo preferiscono saldare il debito (se in un’unica tranche o “spalmando” la somma in un massimo di quattro rate).  A questo punto, entro il 24 aprile il concessionario della riscossione deve comunicare all’interessato quanto è l’importo da pagare,  l’ammontare di ciascuna rata, e corredare il tutto con i relativi bollettini).
E se il contribuente non paga anche solo una rata? Pare che verrà applicato il “pugno duro”, in quanto, a questo punto, la rottamazione decade e si applicano sanzioni e interessi originari. 
I cittadini che avevano invece già iniziato a saldare il debito, a seguito dell’adesione alla definizione agevolata verranno ridursi l’importo complessivo; tuttavia, sanzioni e interessi già versati non possono essere recuperati. 
Concludiamo con una buona notizia: al momento della presentazione della richiesta di adesione alla rottamazione vengono congelati i termini di prescrizione e decadenza, e anche quelli relativi alle azioni esecutive del Fisco, come ganasce fiscali o pignoramento

Tutto pronto per rendere operativa la rottamazione delle cartelle introdotta da un recente decreto del Governo. Da oggi infatti Equitalia ha reso disponibile il modulo finalizzato a beneficiare della definizione agevolata (domanda DA1 scaricabile al link modello ufficiale domanda definizione agevolata Equitalia 2016). Questo può essere ritirato anche presso gli sportelli dell’Agenzia di Riscossione e inoltrato via email (corredato di carta di identità) o consegnato a mano entro il 23 gennaio prossimo.  

Richiedere di usufruire della rottamazione implica la dichiarazione esplicita, da parte del contribuente, della rinuncia a portare avanti eventuali procedimenti pendenti nell’ambito di commissioni tributarie.

Possono beneficiare del provvedimento tutti quelli che hanno ricevuto cartelle esattoriali, sia provenienti da Equitalia che da altri concessionari, come quelli siciliani. Lo sconto si applica anche ai contributi previdenziali e assistenziali  e all’ Iva, con eccezione di quella che si riferisce all’importazione; per quanto riguarda le multe, la riduzione si riferisce ai soli interessi.

Le multe provenienti dall’Unione Europea o dalla Corte dei Conti sono escluse dalla rottamazione, come pure le sanzioni pecuniarie scaturite da sentenze penali di condanna.  

Sul modulo DA1 i cittadini devono specificare per quale cartella intendono richiedere la definizione agevolata, nonché in che modo preferiscono saldare il debito (se in un’unica tranche o “spalmando” la somma in un massimo di quattro rate).  A questo punto, entro il 24 aprile il concessionario della riscossione deve comunicare all’interessato quanto è l’importo da pagare,  l’ammontare di ciascuna rata, e corredare il tutto con i relativi bollettini).

E se il contribuente non paga anche solo una rata? Pare che verrà applicato il “pugno duro”, in quanto, a questo punto, la rottamazione decade e si applicano sanzioni e interessi originari.

I cittadini che avevano invece già iniziato a saldare il debito, a seguito dell’adesione alla definizione agevolata verranno ridursi l’importo complessivo; tuttavia, sanzioni e interessi già versati non possono essere recuperati.

Concludiamo con una buona notizia: al momento della presentazione della richiesta di adesione alla rottamazione vengono congelati i termini di prescrizione e decadenza, e anche quelli relativi alle azioni esecutive del Fisco, come ganasce fiscali o pignoramento

 

Addizionali regionali e comunali: da Roma a Napoli il guadagno netto è di 250 euro

Dilemma: cambio città e residenza? 

Mi spiego meglio: per scelta di vita personale ho deciso di spostarmi dal Centro al Sud Italia. Ho una casa di proprietà a Roma acquistata più di 6 anni fa come prima casa, con un mutuo attivo, e una casa di proprietà a Napoli come seconda casa ereditata; attualmente ho la residenza a Roma. Mi conviene trasferirla a Napoli?

Partiamo dallo stato attuale: residenza a Roma. La Tasi sulla prima casa non la pago, e dunque costo 0€, ma la seconda casa a Napoli è grande per cui ho un IMU seconda casa di 2.014€ , perciò -2.014€ al mio bilancio. Canone TV lo pago su Roma, Napoli come seconda casa è a 0€ ma anche se cambiassi residenza sarebbe la stessa uscita da considerare -100€, per cui totale -2.114€ . Assicurazione auto con residenza fuori da Napoli le tariffe sono ridotte costo attuale annuo 410€, per cui totale -2.654€ al mio bilancio.  Tassa spazzatura Roma come single 140€, tassa spazzatura Napoli come single e non residente 233€ circa per un totale di 374€ ma non ho il dono dell’ubiquità per cui se produco spazzatura a Roma non posso produrla anche a Napoli, dunque totale -3.028€ al mio bilancio. A questo punto un dato positivo: detrazione degli interessi passivi del mutuo calcolati in circa 418€ annui, per cui totale -2.615€ al mio bilancio.

Valutiamo l’effetto del cambio. Residenza a Napoli.  Per la seconda casa a Roma ho un IMU di 1.285€ . Canone TV lo pago su Napoli, Roma come seconda casa è a 0€, uscita da considerare -100€, per cui totale -1.385€ al mio bilancio. Assicurazione Auto con residenza Napoli le tariffe aumentano: costo proposto annuo 557€, per cui totale -2.016€ al mio bilancio.  Tassa spazzatura Napoli come single 333€, tassa spazzatura Roma come single e non residente 100€ circa per un totale di 433€, per cui totale -2.450€ al mio bilancio.

Ed ora banalmente la differenza tra il totale negativo di spese/tasse con residenza Roma -2,615€ e quello relativo alla residenza a Napoli -2.450€; perciò se sposto la residenza in Campania risparmio solo 165€ all’anno!

Non ho però considerato le addizionali regionali e comunali. Qual è la situazione del Lazio rispetto alla Campania e di Roma rispetto a Napoli?

Campania 2,03% e Lazio 3,33%; il secondo ha quasi l’1,5% in piu!

Roma come città invece 0,9% e Napoli 0,8%.

Dunque, su uno stipendio medio di 30.000€ lordi annui avrei una tassa addizionale regionale di 1.000€ con residenza a Roma e invece circa 600€ con residenza Napoli; 270€ di addizionale comunale nella Capitale e 240€ a Napoli. Morale: cambiare residenza mi porta ad avere un guadagno lordo di 430€ ovvero circa 252€ netti! Ecco, questo fa forse un po’ la differenza.

E adesso ? In quale regione d’Italia è meglio andare ad abitare ? Le regioni più favorevoli hanno un’aliquota dell’1,23% a prescindere dalla soglia di reddito: Sardegna, Trentino Alto Adige, Valle d’Aosta e Veneto. Quindi pronti i bagagli per un altro posto!

SLYMER