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Notizie

«Equitalia mi deve lasciare in pace. Io non sono italiano»

Vade retro, Equitalia. in Sardegna, a Marrubiu (Oristano) c’è un uomo che da anni ha fatto della sua battaglia contro l’Agenzia di Riscossione una sorta di crociata. Luigi Zucca, cinquantenne ex emigrato non solo si è rifiutato di ritirare una raccomandata di Equitalia, ma successivamente ha anche presentato querela contro chiunque «risulti autore o concorrente per qualunque delitto che sarà ritenuto configurabile nei fatti esposti».
 
L’uomo, militante e attivista del Movimento di liberazione nazionale sardo, è in “prima linea” per la costituzione della Zona Franca. Lo Stato italiano? Per lui è semplicemente una “corporation” manipolata dalla finanza internazionale. 
 
Qualche giorno fa davanti casa di Zucca si è presentata una donna qualificatasi come dipendente della società incaricata di recapitare le comunicazioni provenienti da Equitalia. L’uomo non ha voluto prendere il plico e le ha anche impedito di lasciarlo nella buca delle lettere in quanto, ha dichiarato, «è una cassetta privata e decido io che cosa ci si può mettere».
 
Non è nuovo a gesti tanto eclatanti. Qualche anno fa, ad esempio, ha riconsegnato carta di identità e scheda elettorale autoproclamandosi «cittadino straniero profugo in terra sarda». Così aveva spiegato la sua decisione: «appartengo all’etnia sarda ed esprimo la volontà di rinnegare lo Stato italiano, che mi ha imposto una Costituzione che esso per primo non rispetta».
Zucca aveva inoltre occupato i vigneti dell’ex Cantina Sociale di Marrubiu, praticamente abbandonata, in modo che il Comune procedesse ad assegnarli a chi ne facesse richiesta, trattandosi di terreni a uso civico. Il suo impegno non fu vano: vennero recuperati 10 ettari su 28. Com’era nato, in questo caso, il gesto dimostrativo? «Dalla constatazione, durante i miei giri nelle campagne, della presenza di tanti piccoli vigneti abbandonati. Chiedendo informazioni ho scoperto che in gran parte appartengono a persone che li hanno dovuti abbandonare per cause di lavoro o per trasferimento. Perché, quindi, non dare alle persone appassionate la possibilità di coltivare il loro interesse anche se lontani da casa o non proprietari di un terreno?».
 
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Aziende italiane, cronaca di una morte annunciata

Agosto è tempo di ferie. Ma la parola d’ordine che precede le vacanze, per gli imprenditori è solo una: tasse. Sono infatti moltissime le scadenze previste. Proviamo a fare il punto. 
 
Il saldo Irpef raggiunge 25mila euro (24.639), e l’acconto sfiora il tetto dei diecimila (9.855). Addizionali regionali e comunali, sommate, arrivano a circa 2.000 (1.179 la prima, 589 la seconda). L’Irap “succhia” quasi 3.000 euro, mentre all’Inps ne vanno 13.500, cui se ne aggiungono 6.800 di acconto contributivo. 
 
E la “saga” non finisce qui. La puntata successiva è prevista per novembre, quando gli imprenditori dovranno sborsare quasi altri 25.000 euro tra secondo acconto Irpef (14.783), Irap (1.554) e Inps (6.873). 
Insomma, a scorrere questi numeri non è difficile capire perché, le imprese nate nel 2013, in dodici mesi hanno visto passare il reddito lordo da 74.964 a 73.600 euro
 
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Debiti: quando è necessaria la preventiva mediazione?

Devi dei soldi a Equitalia? Mediazione_Tributaria

D’ora in poi potresti essere obbligato a ricorrere alla mediazione tributaria, prima di richiedere l’intervento del giudice, in caso di fermo amministrativo, ipoteca o cartelle esattoriali superiori a 20.000 euro
 
Questo, in breve, il contenuto dello schema di decreto legislativo su cui è attesa la pronuncia delle Commissioni Parlamentari. Nel frattempo, l’Esecutivo ha già dato il via libera.
 
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Il ricorso a tale strumento riguarderà situazioni specifiche, tra cui eventuali vizi della cartella e irregolarità inerenti la compilazione e/o notifica. 
 
L’iter di mediazione tributaria congelerà i termini di inoltro del ricorso, come pure l’esecutività dell’atto stesso. Perciò, finché non verrà emesso un verdetto, né l’ipoteca né il fermo amministrativo potranno essere perfezionati. 
 

Mediazione: di cosa si tratta?

Questa procedura, introdotta circa tre anni fa, riguarda unicamente le controversie di ammontare non superiore a 20.000 euro. In tali casi, è necessario intraprenderla prima di fare ricorso. 
 
L’intento è quello di evitare di andare in giudizio, laddove si possa ricorrere allo strumento amministrativo, attraverso l’autotutela. In caso di risoluzione bonaria, le sanzioni vengono ridotte del 40%
 
Tuttavia, se entro tre mesi la pratica non viene conclusa, il contribuente deve procedere al ricorso, depositando il documento, nei termini previsti dalla legge, presso la Commissione Tributaria Provinciale. 
 
Nel caso in cui, invece, non venga attivata la mediazione, il ricorso è improcedibile, cioè non può essere riproposto. 
 
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