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Notizie

La giustizia gli ha dato ragione, ma il Fisco pretende da lui un milione di euro

La realtà, a volte, può essere più inquietante di un incubo. Infatti, quando c’è di mezzo la burocrazia, si possono creare situazioni talmente paradossali, che neanche la più fervida fantasia sarebbe riuscita a immaginarle. A Vittorio Veneto, per esempio, un contribuente ha visto sommarsi al danno la beffa.  Infatti, lo Stato pretende da lui un milione di euro, nonostante otto anni fa la giustizia gli abbia dato ragione accogliendo il suo ricorso. «Avevamo anche inviato un sollecito all'Agenzia delle Entrate di Vittorio Veneto per risarcimento danni», precisa Alessandra Cadalt, l’avvocato di Federcontribuenti.
 
«Gentile contribuente lo scrivente ufficio non può accogliere la sua richiesta trattandosi di atti di esclusiva competenza dell’Agente di Riscossione Equitalia». Così l’Agenzia delle Entrate ha “liquidato” l’uomo, sebbene sia proprio essa la titolare del credito. I guai sono scaturiti da una “pioggia” di cartelle che ha travolto il contribuente tra il 2001 e il 2005. Gli avvisi di pagamento riguardavano però l’amministratore di una società imputato in un processo penale per dichiarazioni infedeli.
 
A nulla è servito il tentativo di autotutela dell’uomo: uno dopo l’altro si sono susseguiti il fermo amministrativo dell’auto e l’ipoteca sulla casa. Nel frattempo però, la Commissione Tributaria Regionale di Venezia gli ha dato ragione. Ciò rende ancor più inspiegabile e inaccettabile il fatto che sembra quasi che i due enti pubblici stiano facendo una sorta di scarica barile, rifiutando entrambi di assumersi la responsabilità dell’accaduto. 
 
 
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Contribuente vince ricorso contro Equitalia. Annullato debito da 80.000 euro

Chi sbaglia paga. Questa volta è toccato a Equitalia. A Olbia infatti, con sentenza definitiva, è stata cancellata una cartella esattoriale da circa 100.000 euro. E le spese processuali sono state addebitate all’Agenzia di Riscossione. A deciderlo è stata la Commissione Tributaria Provinciale, chiamata a pronunciarsi sul ricorso presentato dalla commercialista Maria Teresa Piccinnu per conto del contribuente.
 
«Noi non favoriamo l’evasione, vorremmo però che il fisco avesse un metro unico quando rivolge le pretese ai contribuenti e fosse il primo a dare l’esempio quando sbaglia. Vorremmo che l’articolo 53 della Costituzione sulla capacità contributiva fosse rispettato anche quando vengono effettuati gli accertamenti tributari. Questi, infatti, sempre più spesso sono subordinati al budget dell’Agenzia delle entrate e non alla realtà del contribuente». Così la commercialista, che con l’occasione ha ricordato la “battaglia” del Movimento 5 Stelle per l’abolizione dell’Agenzia di Riscossione. 
 
«Ad aprile dello scorso anno, durante un incontro pubblico a Olbia è stata presentata la nostra proposta di legge, che al momento non riesce a trovare attuazione. Nei comuni Cinque Stelle la prassi è diversa: non appena è possibile far decadere il contratto con Equitalia, questo non viene rinnovato. La riscossione rimane nella semplice gestione del Comune, a costi minori. Riteniamo, infatti, che i tributi e le imposte debbano essere riscossi dall'erario in maniera diretta, sollevando i cittadini da ulteriori oneri». 
 

 

Possibile chiedere rimborso per le “vittime” di anatocismo

Campagna stop anatocismo 

Stop_anatocismo

La Campagna Stop Anatocismo promossa dal Movimento Consumatori ha dato ben presto i suoi frutti. In pochi mesi, infatti, sono state condannate sette banche
 
Tuttavia, questo sembra non bastare, per convincere le istituzioni a intervenire e rendere operativo detto divieto. Così, l’associazione di categoria ha deciso d’intraprendere un’azione ancora più incisiva, fornendo supporto e consulenza ai contribuenti che intendono avviare una procedura di tutela individuale. 
 
Ciò permetterà loro di chiedere il risarcimento delle cifre versate sotto forma di interessi illegittimi applicati a conti correnti in rosso, fidi e aperture di credito.
 
Il 30 giugno scorso il Movimento Consumatori aveva inoltrato due esposti: uno all’Antitrust e l’altro a Banca d’Italia.
 
Contestualmente, insieme ad altre 14 associazioni di categoria, ha invitato il Governo e il Comitato Interministeriale per il Credito ed il Risparmio  a dare immediata attuazione all’art. 120 del Testo Unico Bancario
 
In assenza delle reazioni sperate, MC ha pubblicato on line il modulo da compilare e inoltrare per chiedere il rimborso degli interessi anatocistici versati dal 1 gennaio 2014. 
 
 
 
 
da redazione
 


 


 

 

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