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Notizie

Centrale Rischi, istituto di credito condannato per iscrizione “negligente”

La segnalazione in Crif può costare molto caro. Soprattutto quando “segue” come un’ombra il malcapitato, anche a distanza di anni e dopo aver chiuso i conti sospesi. Si stanno quindi moltiplicando le cause a carico degli istituti di credito che utilizzano tale strumento con estrema leggerezza, quasi come fosse una clava. In questi giorni Monte dei Paschi di Siena è stata condannata a risarcire un imprenditore per illegittima iscrizione.  A emettere la sentenza è stato il Tribunale di Pescara.
 
Quattro anni fa l’uomo si era fatto carico di un debito dell’azienda in veste di garante, incassando successivamente la liberatoria. Senza un motivo valido, l’istituto di credito confermò la segnalazione per alcuni mesi. Fortunatamente l’anomalia emerse di lì a poco, non appena gli fu respinto un finanziamento a causa della posizione non “sanata”. A quel punto chiese e ottenne la cancellazione della segnalazione.
 
A seguito della decisione del Tribunale la banca dovrà versargli circa 20.000 euro, più interessi e spese, a titolo di rimborso per i danni psicologici, d’immagine e reputazione scaturiti dalla propria negligenza.
 

 

«Anatocismo sempre illegale. Banca rimborsi il cliente»

No all’anatocismo, senza se e senza ma. Le ultime settimane si sono contraddistinte per una “pioggia” di sentenze di condanna della pratica di capitalizzazione degli interessi. L’ultima in ordine di tempo, emessa dalla Corte di Cassazione, contiene significative novità, in quanto ha definito illegale l’anatocismo annuale
 
Ma cosa rende tale pratica particolarmente sgradita (e iniqua) nei confronti dei consumatori? Il fatto che autorizzi le banche a calcolare l’importo da incassare sommando capitale e interessi maturati. Finora la giurisprudenza aveva adottato la politica dei “due pesi e due misure”, differenziando anatocismo trimestrale e annuale. Così, il primo era ammesso solo a particolari condizioni, mentre il secondo era normalmente accettato.
 
La decisione del 6 maggio scorso della Cassazione ha specificato che la capitalizzazione degli interessi è illecita, indipendentemente dal fatto che sia stata applicata prima o dopo la Legge di Stabilità 2014. Perciò, gli importi incassati dagli istituti di credito a titolo di anatocismo dovranno essere rimborsati.
 

 

Tassi d’interesse: banca non rispetta il contratto? Obbligatorio ricalcolo

La decisione presa nei giorni scorsi dall’Arbitro Bancario Finanziario del Collegio di Napoli è di quelle destinate a fare storia. È stata infatti condannata una banca che aveva applicato indebiti arrotondamenti sui tassi di un mutuo
 
A chiedere l’intervento dell’Abf era stato il salentino Luciano Esposito, accortosi che gli interessi erano aumentati in modo sospetto, rispetto a quanto pattuito. L’istituto di credito aveva infatti adottato l’arrotondamento al millesimo del parametro di riferimento (Euribor-365 a tre mesi, quotazione due giorni lavorativi precedenti). Il contratto relativo al mutuo a tasso variabile acceso dall’uomo prevedeva però un arrotondamento centesimale.
 
L’Arbitro ha quindi riconosciuto le ragioni di Esposito (decisione 3262/15 del 28 aprile) e il suo diritto al ricalcolo, da parte della banca, degli interessi dovuti. 
 

 

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