L’usura bancaria nasce dallo squilibrato rapporto di forze tra cittadino e istituto di credito. Quando il primo sottoscrive un contratto di mutuo, è spesso costretto ad accettare in blocco clausole non negoziabili e costi “occulti”. Per fortuna però, chi ha il coraggio denunciare può ottenere giustizia. A volte, “addirittura”, vede riconosciuto il suo diritto al risarcimento. È accaduto a una coppia di Catania che, difesa dall’avvocato Dario Di Bella (Codacons), è riuscita a bloccare la vendita della sua casa da parte di Unicredit (ex Banca di Roma). I coniugi sono inoltre riusciti a dimostrare che l’istituto di credito è debitore nei loro confronti.
Un mutuo, i problemi di salute, e i conti non tornano
Circa vent’anni fa la coppia aveva ottenuto un finanziamento di 55 milioni dall’allora Banca di Roma. Il pagamento delle rate andò avanti regolarmente, fino a quando la situazione fu compromessa da problemi di salute. Nel 1996 venne avviato l’iter per il recupero del credito, culminato con il pignoramento della busta paga e dell’immobile in cui abitavano.
Risolti i problemi di salute, i due speravano di poter estinguere il debito residuo. Erano infatti convinti che, nel frattempo, attraverso la trattenuta dello stipendio, l’importo da saldare si fosse notevolmente ridotto. A questo punto, l’amara sorpresa. Per chiudere i conti, la banca chiedeva circa 100.000 euro, tre volte la cifra dovuta al momento del pignoramento.
La sentenza del Tribunale
Dopo il ricalcolo, il Giudice ha dato ragione alla coppia. È stato definito nullo il tasso, perché gli interessi richiesti erano illegittimi. Il Codacons, intanto, continua a occuparsi del tema degli illeciti bancari attraverso il suo gruppo di lavoro dedicato.
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