Quale futuro per la Riforma Fornero?
Il governo Lega - Cinque Stelle ha promesso di mettere mano al sistema pensionistico. L’ipotesi allo studio è quella della Quota 100, che permetterebbe a chi ha lavorato 36 anni e ne ha almeno 64 di smettere di godersi il meritato riposo.
Tutti contenti? Non esattamente
Un cambio in tal senso del metodo di calcolo dell’età pensionabile non soddisfa però tutti. In linea generale, infatti, si “guadagnerebbe” qualche anno rispetto a quanto sancito dalla Riforma Fornero, ma a perderci sarebbero i lavoratori precoci. Questi infatti hanno iniziato presto a “macinare” contributi e a oggi sono relativamente giovani. L’ipotesi della Quota 41 (o 42), che avrebbe consentito di andare in pensione prima a loro e a chi poteva riscattare gli anni di studio, sembra essere stata definitivamente accantonata. Il motivo? I costi troppo elevati da sostenere, a fronte dei 12 miliardi già previsti per tamponare l’aumento dell’IVA.
A chi converrebbe la Quota 100?
La categoria sociale che beneficerebbe maggiormente della riforma sarebbe quella di chi ha un’età compresa tra 55 e 65 anni. Il cosiddetto target “dei diritti quasi acquisiti”, il cui peso elettorale è considerevole, essendo in grado di spostare numerosi voti.
D’altra parte introdurre la Quota 100 non sarebbe a costo zero per gli italiani, anzi. La spesa prevista, ma che viene ritenuta fin troppo ottimistica, è di 4 miliardi di euro.
Secondo Affaritaliani, però, al momento la riforma delle pensioni sarebbe congelata. Voci provenienti da ambienti politici, infatti, avrebbero reso noto che per quest’anno il Governo Conte non intenderebbe intervenire in materia. Non sembra comunque probabile che Luigi Di Maio accetti questo “immobilismo”.
L’ipotesi del contributo di solidarietà
La Lega avrebbe proposto di applicare un’aliquota sulle pensioni più alte per reperire i fondi necessari ad attuare la Quota 100. La percentuale di contributo richiesta sarebbe proporzionale al reddito percepito: si partirebbe con una quota dello 0,35% (per cifre superiori a 2mila euro) per arrivare al 15%.
Conferme e smentite concrete alle indiscrezioni trapelate finora arriveranno comunque a breve, volgendo ormai al termine la pausa estiva.
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La redazione


Questa la paradossale situazione in cui si è trovata una famiglia di Scafati (Salerno), che si era vista addebitare svariate cartelle esattoriali per un ammontare di 100mila euro. Assistita dallo Sportello Tutela Aziende e Cittadini (STAC) di Scafati ha però presentato ricorso e lo ha vinto, ottenendo la cancellazione di una parte cospicua della somma (70mila euro). Si è posta così la parola fine a tre anni caratterizzati da ansia e incertezza, in cui perdere tutto sembrava un’ipotesi destinata ad acquistare concretezza.
Nelle scorse ore, infatti, si sono tolti la vita due uomini, un artigiano edile di 40 anni e un ex imprenditore di 60. Il minimo comun denominatore, i gravi problemi economici; in entrambi i casi il dolore di familiari e amici è acuito dal riserbo tenuto fino all’ultimo dai diretti interessati. Si intuiva infatti che ci fosse qualcosa che non andava, ma, evidentemente, condividere con le persone più vicine il proprio fardello emotivo risultava impossibile. Il pudore misto al senso di dignità, come pure il timore di essere fonte di delusione per gli altri, portano anche a questo.