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Debiti: Equitalia “sotto accusa” da parte della Corte Suprema

Abbassare la testa davanti ai lupi e alzare la cresta in presenza dei deboli è un atteggiamento da bulli.  Una piaga che a volte si annida perfino nei luoghi che dovrebbero difendere le fasce più fragili … e invece le massacrano. Fare la voce grossa davanti ai “potenti” sarebbe infatti impegnativo, e rischioso. La buona notizia però, è che, a volte, l’arroganza istituzionalizzata viene stanata e bacchettata. Nei giorni scorsi, per esempio, la Corte Suprema ha bollato come inaccettabile la prescrizione ordinaria di Equitalia.
 
«Ogni Commissione Tributaria emette dispositivi pro o contro il contribuente a seconda del singolo modo di interpretare la legge. C’è chi sposa la tesi della scadenza delle cartelle esattoriali e chi, invece, quella portata avanti dall’Agenzia di Riscossione, secondo cui un debito è sempre esigibile. Il problema è un altro: quest’ultimo potrebbe essere eterno se non subisse nessun incremento, come la mora e i tassi di interesse, perchè prima o poi un contribuente potrebbe riuscire a estinguerlo senza finire sul lastrico o vedersi portar via ogni cosa che possiede». Così Federconsumatori sintetizza quella che è, a tutti gli effetti, un’anomalia fiscale.
 
Peraltro, la stragrande maggioranza delle azioni intraprese da Equitalia (90%) ha per oggetto importi compresi tra 500 e 50mila euro. «Molti si chiederanno: perchè non sono stati onorati questi debiti, sostanzialmente ‘ridicoli’? Perchè spesso a casa del contribuente non arriva la cedola per il pagamento dei rifiuti o per una multa stradale. Così, queste si accumulano, a causa di un cambio di residenza, per esempio. La domanda ‘esatta’ sarebbe invece: come mai piccoli debiti vengono notificati a distanza anche di 10 anni?». Impietosa ma lucida l’analisi del Centro Studi Anticrisi di Federcontribuenti.
 
 
 

 

Cancellata cartella pazza di quattromila euro. Storia a lieto fine per una disoccupata

Senza lavoro, e per giunta inseguita dall’Agenzia di Riscossione. Questa, in breve, la situazione in cui versava la cagliaritana Elisabetta. Su di lei incombeva una “scure” pesante quattromila euro. A tanto ammontava il suo debito, notificato attraverso una cartella pazza. L’annullamento è stato possibile grazie alla tenacia e all’impegno dei volontari del punto Sos Equitalia fondato nel capoluogo sardo dal Movimento Cinque Stelle. Fortunatamente, ora la donna non dovrà pagare più nulla. 
 
Una vicenda, questa, che conferma importanza e strategicità del “fare rete”. Negli ultimi mesi infatti, si sono moltiplicati sul territorio “ambulatori” e centri civici finalizzati a fornire supporto e consulenza ai contribuenti. Il più delle volte, con risultati incoraggianti e – chissà - destinati a fare giurisprudenza. 
Nello specifico, la sede cagliaritana di Sos Equitalia si è occupata finora di svariati casi, per un totale di sette milioni di euro. Dato senz’altro incoraggiante, se si pensa che i volontari hanno iniziato cinque mesi fa, e che fanno sportello al pubblico una sera alla settimana.
 
 
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Anatocismo vietato anche su conti correnti non contestati

Anatocismo_vietatoVittima di illeciti bancari

L’estate appena conclusa non è stata “infruttuosa” per i cittadini vittima di illeciti bancari. Infatti, a fine luglio è arrivata una nuova, importante sentenza in materia. 
 
A emetterla, il Tribunale di Bari. Questo ha vietato agli istituti di credito di applicare interessi ultralegali e capitalizzazione trimestrale, anche nel caso in cui il cliente non ha contestato gli estratti conto.
 
Nel caso specifico, la banca è stata condannata perché gli interessi non erano mai stati concordati per iscritto. Inoltre, la capitalizzazione trimestrale passiva non è ammessa, per i contratti precedenti la delibera Cicr del febbraio 2000. A questo si aggiunge l’applicazione indebita di commissioni di massimo scoperto.
 
 
 
 
La redazione