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La truffa dei cassonetti gialli. Mafia Capitale 2.0

Mafia Capitale rischia di diventare una storia infinita.

201mila € di multa per 2 cooperative Sol.Co. e Bastiani coop per aver truffato i cittadini di Roma. La multa è ridicola in confronto all'inganno procurato oltre al fastidio di un tale livello di infamia.

Ebbene si, i famosi cassonetti gialli degli abiti usati, dislocati in tutte le vie principali di Roma, venivano gestiti dall'AMA e da queste 2 cooperative. Gestiti nel senso che prendevano i vestiti migliori e se li rivendevano!

La cosa sconcertante è che il presidente della cooperativa, Mario Monge, arrestato nell'indagine di Mafia Capitale,  nonostante ciò,  tramite la sua cooperativa continuava a gestire il servizio di raccolta abiti usati nel comune di Roma ed aveva avuto in dono anche un abitazione confiscata alla Magliana. 

"Dalla Banda al Mafioso"

L'AMA, che l'azienda municipale dell'ambiente, avrebbe dovuto controllare su queste 2 cooperative, ma evidentemente era complice e per questo è stata multata per altri 100mila €.

La rabbia dei cittadini è andata oltre il limite che, pensando di fare un'opera buona regalando abiti ai più bisognosi, si sono visti "fregare" da questi delinquenti autorizzati dal comune di Roma.

Gianni Tizian de L'espresso aveva già denunciato il caso.
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Tribunale annulla cartelle esattoriali per 700.000 euro

Pagare i contributi o gli stipendi degli operai? Molti imprenditori, quotidianamente, devono affrontare (e risolvere) questo dilemma, destinato, in un caso e nell’altro, ad avere gravi ripercussioni. Stavolta è toccato scegliere a un artigiano veneziano. In gravi difficoltà finanziarie, questo ha deciso di pagare gli stipendi, piuttosto che Inps e Inail. Ne è derivato un debito di circa 700.000 euro, fortunatamente annullato dal Tribunale del capoluogo veneto (sentenza numero 3079/2015).
 
Il fabbro è stato supportato dall’avvocato Carraro, nell’ambito della causa intrapresa attraverso l’Associazione di tutela dei consumatore (Aua). «Sentenze come questa fanno la giurisprudenza e dimostrano che anche Davide può battere Golia. Noi, nati come associazione per difendere gli automobilisti destinatari di multe ingiuste, ora puntiamo sulla riforma di Equitalia da società per azioni a ente pubblico. Una società di capitali che, legittimamente, persegue scopi di lucro non può gestire la riscossione delle tasse e dei tributi lucrando sugli stessi ed aggravando le già precarie condizioni del contribuente». Così ha puntualizzato l’organizzazione in un comunicato.
 
La sentenza è stata motivata da due considerazioni: Equitalia deve essere in grado di documentare per iscritto le pretese creditorie degli enti per conto dei quali opera. Il cosiddetto onere della prova è quindi a carico dell’Agenzia di Riscossione e non del contribuente. La decisione del Tribunale di Venezia è particolarmente rilevante non solo per l’ingente cifra in gioco, ma anche perchési tratta di uno dei pochi casi in cui l’annullamento non è stato determinato dalla prescrizione.
 

 

Usura, istituto di credito riconosciuto colpevole e costretto a pagare risarcimento

Quante volte avete ricevuto da enti pubblici o istituti di credito imperiose richieste di risarcimento, salvo poi scoprire di essere, al contrario, titolari di un credito? La domanda è chiaramente retorica, ma “nasconde” un problema reale. Riscuotere la somma dovuta può rivelarsi una “missione impossibile”, per i cittadini. Oggi raccontiamo una storia che invece si è rivelata a lieto fine. Il Tribunale di Imperia, avendo riscontrato usura bancaria, ha accordato a una cliente un cospicuo risarcimento, nonché l’applicazione del tasso zero. Questa vittoria è stata possibile anche grazie al supporto di SOS Utenti Liguria – Utenti Aziendali Web.
 
«Nessuna sorpresa ha riservato l’accertamento tecnico, per l’ennesima volta la banca ha violato la legge e vessato il cliente in stato di bisogno. Non è un caso isolato, dopo la sentenza pilota del maggio 2012, n.572-12 della Corte d’Appello di Genova con un caso tutt‘ora pendente in Cassazione per il perfezionamento di ulteriori doglianze non meglio definite dalla Corte genovese. Sono diversi i procedimenti 669 bis, in fase di definizione e già sanzionati con l’usura bancaria ex art 1815 2^ comma, che attendono una definizione della causa ordinaria per la restituzione totale dell’indebito oggettivo usuraio e dei danni morali e materiali anche relativi alla illegittima ed errata segnalazione alla centrale dei rischi». Così Antonio La Rocca.
 
 
Nel caso specifico un’imprenditrice di Imperia, in un momento particolarmente delicato del suo rapporto con la banca, è stata segnalata “in sofferenza”, a causa di «un errato saldo negativo ammontante a 26.754,84 euro. Successivamente, in base a una rideterminazione fatta dal Ctu, il saldo è risultato addirittura attivo a favore della cliente per la somma di 61.708,11 euro. Tutto questo ha completamente ribaltato la situazione e la signora è passata da una posizione di debito, erroneamente e dolosamente addebitata a suo carico, alla sua reale posizione di credito nei confronti della banca con uno storno di interessi passivi (riaccredito ), di euro 89.121».