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Piano del consumatore: il creditore ha l’obbligo d’informare il debitore

L’atto di precetto è una sorta di “chiave” che apre al creditore le porte della riscossione. Questo infatti accompagna o segue il titolo esecutivo.  Un decreto legge emanato nei giorni scorsi (n.83 del 27 giugno, articolo 13) ha modificato la formula con cui l’atto deve essere notificato, integrando il secondo comma dell’articolo 480 del Codice di Procedura Civile. Perciò, d’ora in poi il creditore ha l’obbligo d’informare la controparte della possibilità di concordare il cosiddetto Piano del Consumatore, per estinguere il debito. Il documento viene stilato da un organismo di composizione o da uno specialista scelto dal giudice.
 
L’atto di precetto deve essere recapitato presso il domicilio del debitore ed è valido novanta giorni. Entro tale arco di tempo è necessario procedere all’esecuzione forzata. Se ciò non avviene, bisogna intraprendere, nuovamente, l’intera procedura. In caso di contestazione, i termini vengono congelati,  e ripartono a seguito dell’emissione della sentenza di primo grado passata in giudicato, o dell’eventuale rigetto.
 
La comunicazione deve essere consegnata al diretto interessato da parte del creditore o del suo avvocato, dall’ufficiale giudiziario, dal messo comunale o dal postino. Se il debitore è assente, una copia dell’atto deve essere consegnata a una familiare o a un addetto alla casa o all’ufficio.
 
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Cartelle esattoriali: cosa cambia con la delega fiscale?

Al via la riforma di Equitalia. Proviamo a fare il punto.
 
L’aggio passerà dall’8 al 6%, e verrà ribattezzato “onere di riscossione”. I contribuenti non hanno mai visto di buon occhio quello che è stato definito “tassa sulla tassa”, in quanto rappresenta la quota che Equitalia incassa su ciascuna somma riscossa. Così, a fronte di costi invariati, la percentuale percepita da questa varia di volta in volta, in rapporto all’ammontare della cartella.
 
Inoltre, chiedere la rateazione della cifra dovuta sarà più semplice, per chi versa in condizioni economiche precarie. Sarà sufficiente produrre apposita autocertificazione per inoltrare la domanda. Chi si avvarrà dell’accertamento con definizione concordata potrà “spezzettare” il debito in quattro  anni per un massimo di sedici rate.
 
Paghi in ritardo o in versi l’intera somma? In base al principio di lieve inadempimento, entro 5 giorni, e fino al 3% eviti la decadenza della rateazione.
 

 

False email da Equitalia: non cadere nella trappola

Quella delle truffe via email è una macchina ben oliata, che purtroppo sforna novità a ciclo continuo, complice l’ingenuità telematica di alcuni, e la sempre più sofisticata astuzia di altri. In questi giorni, qualcuno si è trovato in posta elettronica messaggi provenienti da indirizzi come fatture@gruppoequitalia.it. È successo anche a te? Sappi che si tratta di una bufala. Perciò, non aprire eventuali allegati contenuti. Cestina immediatamente tutto. L’intento degli (effettivi) mittenti è uno solo: rubare dati sensibili, e spillare soldi.
 
Molti, purtroppo, sono caduti nella trappola in quanto, nelle scorse settimane, l’Agenzia di Riscossione ha effettivamente contattato qualche milione di utente per informazioni circa la procedura di richiesta rateizzazione.