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Decreto Semplificazioni: maggiori poteri agli enti locali in caso di debiti

Non paghi la spazzatura o il bollo? Regione e comune possono pignorarti il conto

Pignoramento-conto-da-RegioneIl Decreto Semplificazioni, prossimo alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, infatti, consentirà anche agli enti locali di accedere all’anagrafe tributaria, il database in cui confluiscono le informazioni finanziarie e bancarie relative a tutti i contribuenti residenti in Italia, e quindi tenuti a pagare qui le tasse.

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È necessario specificare che, in virtù del diritto alla privacy, Regioni e Comuni non potranno consultare questo tipo di dati in riferimento a QUALUNQUE contribuente, sempre e comunque, ma solo DOPO aver presentato una richiesta di accesso agli atti motivata da una pregressa iscrizione a ruolo. In pratica, l’ente locale può “sondare il terreno” in vista dell’avvio dell’iter di pignoramento del conto corrente SE E SOLO SE è titolare di un credito pendente. Perlomeno sulla carta…

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Paghi i debiti? Potresti comunque subire il pignoramento

Rottamare le cartelle NON significa sempre poter tornare a dormire sonni tranquilli

Pignoramento-cc-AerNon c’è un nesso di automatismo tra i due scenari, e il motivo risiede nell’articolo 3 del D.L. n.119 del 2018, che disciplina la rottamazione ter. Così, i contribuenti che hanno versato la prima rata della definizione agevolata entro il 31 luglio 2019 hanno evitato l’aggressione dei beni mobili e immobili solo se Agenzia delle Entrate Riscossione era l’UNICO soggetto creditore.

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Il quadro cambia in modo significativo se, invece, il Fisco si inserisce in una procedura di esproprio avviata da terzi (banche o persone fisiche), a precisarlo è stato proprio l’agente di riscossione rispondendo all’interpello n.266 di quest’anno. Quindi, in tal caso, non rileva l’essere virtuosi e puntuali nel pagare le rate della rottamazione.

Stipendio e pensioni possono essere pignorati?

La risposta è sì. Ma c’è una buona notizia: non possono essere espropriati per intero, ma solo per una quota calcolata in riferimento all’assegno sociale, il cui ammontare viene aggiornato annualmente tenendo conto di molteplici variabili. Nello specifico, stipendio e pensioni possono essere pignorati nella misura di un quinto, se accreditati su conto corrente dove non siano depositate altre tipologie di rendita, solo per somme eccedenti 1379,49 euro  (l’equivalente del triplo dell’assegno sociale 2020).

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Si fa presto a dire auto strumentale

Fermo-amministrativo-auto-strumentaleIl Decreto del Fare (legge n.98 del 9 agosto 2013) ha introdotto una – parziale – buona notizia. Ha infatti svincolato dal rischio di ganasce i veicoli indispensabili all’esercizio dell’attività professionale, o di gestione/amministrazione aziendale.

Tradotto in parole povere significa che, sulla carta, solo imprenditori e liberi professionisti non incorrono nel fermo amministrativo, in caso di debiti con il Fisco. Una corsia preferenziale determinata dal fatto che, in questi casi, senza auto è impossibile lavorare, incassare, e quindi anche estinguere cartelle esattoriali pendenti.

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Insomma, in linea teorica, non sono possono subire il fermo amministrativo quelli che si servono dall’auto unicamente per raggiungere il posto di lavoro. Vale a dire, dipendenti, avvocati, ingegneri, architetti…riassumendo, tutti quelli che possono comunque lavorare da casa e/o che non devono trasportare oggetti collegati allo svolgimento dell’attività professionale.

Tuttavia, le commissioni tributarie provinciali hanno spesso adottato un’interpretazione estensiva, precisando che il Fisco NON può ricorrere al fermo se il debitore, intestatario dell’auto, è un libero professionista o imprenditore ed esercita tramite Partita Iva. Il mezzo utilizzato, inoltre, deve risultare cruciale nello svolgimento delle proprie mansioni e, preferibilmente, essere iscritto nell’elenco dei beni ammortizzabili.

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