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Segnalazione a cattivo pagatore: da Belluno decisiva ordinanza

L’iscrizione in Centrale Rischi pesa come un macigno sul presente e futuro 

Ordinanza-Centrale-Rischi-Belluno

Per questo il provvedimento deve essere attentamente ponderato dall’istituto di credito. Nei giorni scorsi una società veneta di Belluno ha visto riconosciute le proprie ragioni nei confronti di una banca rea di aver agito in tutta fretta anni fa.

Chiedi chiarimenti sui tassi pagati? La controparte potrebbe giocare su due tavoli

Nel 2013 la società, operante nel settore immobiliare, decide di approfondare la questione legata alle rate del mutuo. Così, commissiona una perizia sugli interessi versati, ed emerge che gli stessi sono talmente alti da sforare la soglia d’usura.

Si interrompono quindi i pagamenti alla banca finchè le parti non giungono a un accordo. Nel frattempo però è già partita l’iscrizione in Centrale Rischi…e la relativa discesa agli inferi della società, messa praticamente con le spalle al muro dall’atteggiamento ostile e discriminatorio di tutti gli istituti di credito.

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Finchè interviene il Collegio del Tribunale di Belluno…

Questo accoglie l’istanza della società stabilendo che l’iscrizione in Centrale Rischi vada rimossa con effetto retroattivo. In pratica, sarà come se non ci fosse mai stata. Nel frattempo dovrà essere determinato l’ammontare del danno patrimoniale e non patrimoniale, per stabilire il relativo risarcimento.

Il Collegio del Tribunale di Belluno ha inoltre spiegato qual è l’iter che deve seguire la banca prima di procedere alla segnalazione. In fase preventiva è diritto del debitore essere avvisato, in modo da essere concretamente in grado di scongiurare la severa misura.

Peraltro, il ritardo nei pagamenti rappresenta condizione necessaria  ma non sufficiente all’iscrizione in Centrale Rischi, e va quindi accompagnato dall’analisi dettagliata della situazione economica del soggetto debitore. In tale sede è necessario valutare parametri quali la liquidità e l’esistenza di eventuali protesti, accertando che l’impossibilità di onorare le rate sia strutturale, e cioè non reversibile nel medio-lungo periodo.

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La redazione

 


 
 


Ganasce auto: per liberartene non basta saldare il debito

L'esperienza è la maestra più efficace

Ganasce-auto

Un esempio? La massima popolare secondo cui l’importanza delle cose emerge con chiarezza - e quasi con prepotenza - quando non sono più a portata di mano. Insomma, quando per cause di forza maggiore, o magari per nostre leggerezze, non possiamo più darle per scontato.

Alcuni di noi, quasi certamente, hanno fatto i conti con le sgradevoli conseguenze di questa situazione quando si sono ritrovati appiedati per il fermo amministrativo dell’auto o del motorino. Così, una mattina che sarebbe dovuta essere come tante altre, si è rivelata indimenticabile (o meglio, da incubo) dopo aver visto le famigerate ganasce apposte al proprio “bolide”.

Vuoi verificare se sul tuo veicolo è stato iscritto un fermo? Clicca qui 

Quali sono le condizioni che fanno scattare tale provvedimento? Quali i suoi effetti, e come liberarsene materialmente? Abbiamo provato a fare chiarezza, per evitare d’incappare in un’altra massima “figlia” della saggezza popolare: “sbagliare è umano, perseverare è diabolico”.

Di cosa parliamo quando parliamo di fermo amministrativo?

Si tratta di una misura intrapresa dall’Agenzia delle Entrate Riscossione (ex Equitalia) per “mettere al sicuro” un credito non saldato dal contribuente nei 60 giorni previsti. Il provvedimento si concretizza mediante ganasce fiscali, la cui applicazione deve essere annunciata da relativo preavviso.

Il fermo amministrativo del singolo veicolo scaturisce da una o più cartelle esattoriali inevase, il cui ammontare sia pari o superiore a 800 euro.

Hanno messo le ganasce alla macchina. A cosa vado incontro?

L’applicazione della misura comporta l’impossibilità di utilizzare il veicolo, condurlo fuori dai confini nazionali e/o demolirlo fino a quando non salderai il debito. Eventuali violazioni prevedono sanzioni assai salate, e cioè, non solo una multa compresa tra circa 2.000 e 8.000 euro, ma anche il sequestro del mezzo.

Ho estinto il mio debito. La cancellazione del fermo è automatica?

Assolutamente no. Soddisfare il credito vantato dall’ente riscossore è infatti condizione necessaria ma non sufficiente per disporre nuovamente appieno del veicolo.

Dunque, dopo aver completato il pagamento, devi ottenere una documentazione ad hoc da AER, e comunicare al Pubblico Registro Automobilistico non solo tutte le informazioni relative al mezzo, ma anche l’ammontare del debito estinto. Contestualmente, bisogna esibire il certificato di proprietà relativo al veicolo, che si ottiene previo pagamento di 32 euro di imposta di bollo. In alternativa puoi avvalerti del modulo NP-3 al costo di 48 euro.

Quasi certamente a questo punto ti starai facendo una domanda, o meglio, LA domanda. Come posso verificare se sulla mia macchina c’è un fermo amministrativo? Qui trovi il link al form da compilare.

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La redazione
 



 
 


Quali beni rischi di perdere (e come) in caso di debiti non pagati

Cos’è l’espropriazione mobiliare?

Pignoramento_beni_mobiliL’espressione, certamente forbita, appartenente a un registro linguistico alto, indora solo blandamente la pillola. La realtà a cui corrisponde, infatti, è l’odiato e temuto pignoramento. A seguito di questo il debitore perde la disponibilità di una serie di beni mobili, la cui contropartita monetaria viene utilizzata per risarcire il creditore.

Tale misura cambia radicalmente la quotidianità del debitore e della sua famiglia, causando un contraccolpo psicologico di cui è impossibile determinare a priori entità e conseguenze. È quindi importante sapere sia quali sono i principi a cui creditore ed ufficiale giudiziario devono attenersi, che quali tipologie di beni mobili possono essere “aggredite”.

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Dove si trovano gli oggetti da pignorare?

Tale domanda consente di individuare due tipi di esproprio: quello presso il debitore, e quello presso soggetti terzi. La prima casistica di pignoramento mobiliare viene descritta a partire dall’articolo 513 del Codice Civile.

L’esproprio deve essere preceduto dal recapito del precetto al debitore: tale comunicazione gli offre ulteriori dieci giorni di tempo per estinguere la pendenza.

In linea di massima il pignoramento non può essere effettuato nei giorni festivi né prima delle 7 o dopo le 21. L’ufficiale giudiziario ha facoltà di ricercare i beni da pignorare non solo nel luogo in cui il debitore vive, ma anche in altre sedi a lui strettamente legate…e addirittura sul suo corpo. In quest’ultimo caso la procedura ispettiva deve essere svolta nel rispetto della dignità personale.

Il discrimine fondamentale che determina il pignoramento di un bene è la possibilità concreta del debitore di goderne la disponibilità, indipendentemente da chi ne sia il proprietario.

Alcuni oggetti sono assolutamente impignorabili: ne abbiamo parlato qui. Altri si qualificano come relativamente impignorabili: rientrano tra questi gli attrezzi utilizzati per coltivare un terreno di proprietà del debitore. L’esproprio sarà infatti possibile solo in assenza di altri oggetti aggredibili.

Computer e veicoli necessari allo svolgimento dell’attività lavorativa possono essere intaccati entro un quinto del loro valore, ma solo a condizione che la contropartita economica degli altri oggetti del debitore non sia congrua.

Obiettivo del pignoramento è aggredire beni per un importo corrispondente all’ammontare del debito aumentato del 50%. Gli oggetti “nel mirino” sono quelli che consentono di ottenere in tempi rapidi il corrispettivo monetario. Dunque, in pole position gioielli e titoli di credito.

Dopo 10 giorni dall’azione esecutiva il creditore può ottenere dal giudice l’autorizzazione alla distribuzione del denaro pignorato o alla vendita dei beni di altra natura. In quest’ultimo caso le strade percorribili sono due: vendita giudiziaria e pubblico incanto.

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