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Richiesta di finanziamenti: non cadere dalla padella alla brace

Agos è stata condannata a una multa di 1,64 milioni di euro in quanto riconosciuta responsabile di attività ingannevoli e aggressive. A deciderlo l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. 
L’azienda ha trasgredito in vari modi al Codice del Consumo. Tanto per cominciare, proponendo offerte personalizzate, la cui inattendibilità  è emersa in fase di sottoscrizione. In secondo luogo, impedendo l’estinzione anticipata dei prestiti, nonché mettendo in atto pratiche lesive per ottenere pagamenti in ritardo.
Le informazioni ingannevoli e omissive erano state veicolate attraverso lettere ad hoc. Quando si trattava di chiudere anticipatamente un prestito, la società dichiarava la necessità di presentare documenti difficili se non impossibili da vedersi rilasciare. 
L’Autorità Garante ha condannato inoltre la pratica del phone collection, ovvero le comunicazioni indirizzate a far pressione per ottenere pagamenti, attraverso contatti con i diretti interessati o familiari e/o datori di lavoro. 

Agos è stata condannata a una multa di 1,64 milioni di euro in quanto riconosciuta responsabile di attività ingannevoli e aggressive. A deciderlo l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.

L’azienda ha trasgredito in vari modi al Codice del Consumo. Tanto per cominciare, proponendo offerte personalizzate, la cui inattendibilità  è emersa in fase di sottoscrizione. In secondo luogo, impedendo l’estinzione anticipata dei prestiti, nonché mettendo in atto pratiche lesive per ottenere pagamenti in ritardo.

Le informazioni ingannevoli e omissive erano state veicolate attraverso lettere ad hoc. Quando si trattava di chiudere anticipatamente un prestito, la società dichiarava la necessità di presentare documenti difficili se non impossibili da vedersi rilasciare.

L’Autorità Garante ha condannato inoltre la pratica del phone collection, ovvero le comunicazioni indirizzate a far pressione per ottenere pagamenti, attraverso contatti con i diretti interessati o familiari e/o datori di lavoro. 

«Dopo avermi dissanguato, il mio ‘istituto di credito’ finge di non conoscermi…»

 

Debito da capogiro. Secondo l’Agenzia di Riscossione è tutto nella norma…

Qualche giorno fa avevamo parlato di un 50enne destinatario di una cartella esattoriale dell’incredibile ammontare di circa 1 milione di euro. Nel frattempo sono stati resi noti ulteriori dettagli sulla vicenda.

Nonostante l’evento decisamente inaspettato, l’uomo non si è perso d’animo. «Fortunatamente non sono un tipo impressionabile né soffro di cuore. E sono del tutto sicuro che si tratti di un macroscopico errore. Anche perché se possedessi una cifra del genere non starei certo qui a continuare a lavorare. Ma mi chiedo se chi ha inviato quella cartella si sia reso conto di cosa stesse facendo. Se fosse giunta ad un anziano magari con problemi di cuore? Ora attendo una risposta da Equitalia». 

Dal canto suo, l’Agenzia di Riscossione ci ha tenuto a precisare che «non c’è stato alcun errore nei confronti del signor M.L. che lamenta di avere ricevuto una richiesta per 1.127.132 euro e 75 centesimi. Equitalia, nel caso specifico, gli ha recapitato un avviso di intimazione con l’elenco di diversi atti che, nonostante fossero già stati regolarmente notificati al contribuente precedentemente, non sono stati mai pagati».

Resta da chiarire, tuttavia, un aspetto fondamentale. Come può, concretamente, un contribuente saldare un debito di queste dimensioni. Certamente, non pagando in contanti presso sportello postale … 

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Equitalia sbaglia, e un cittadino riceve cartella da 1 milione di euro

L’Agenzia di Riscossione impazzisce? A farne le spese sono i contribuenti. Nei giorni scorsi è toccato a un 50enne di Battipaglia (Salerno).  L’uomo si è visto notificare una cartella da più di un milione di euro. Il suo reddito, però, non raggiunge 30mila euro annui. Presumibilmente, all’origine di tutto c’è un errore, in quanto alla comunicazione era allegato un bollettino prestampato, che suggeriva si potesse pagare in contanti presso un qualunque ufficio postale. Perplessità più che lecite, considerando l’ammontare dell’importo.

Nel frattempo, si ipotizza che, nel futuro prossimo, anche chi viene “beccato” sui mezzi pubblici sprovvisto di biglietto possa ricevere una cartella esattoriale. A prevederlo, il Decreto Enti Locali al voto in Parlamento in questi giorni. Il testo riconoscerebbe al Tpl (Trasporto Pubblico Locale) la facoltà di adottare le medesime strategie di riscossione a disposizione di organi pubblici come Inps, Regione e Agenzia delle Entrate.

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