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Udine: Equitalia batte cassa, ma in credito è un cittadino…

Non sempre “basta” saldare i propri debiti per dormire sonni tranquilli. A dimostrarlo, l’emblematico caso di un contribuente di Udine. Il malcapitato ha ricevuto ben tre cartelle, trovandosi costretto a versare un importo differente da quello effettivamente dovuto.

Tutto comincia a marzo di due anni fa, quando gli viene addebitata un’ammenda di 500 euro a seguito della violazione di alcune norme in materia edilizia. «L’errore fu da parte di chi effettuò i lavori ma io, in quanto committente, dovetti risponderne, pur non essendo minimamente competente in materia». Tuttavia, quando l’uomo si recò negli uffici di Equitalia per pagare, gli fu detto che la pratica era in fase di elaborazione e che doveva aspettare.

La cartella esattoriale arrivò dopo un anno. Mentre l’uomo si accingeva a saldare l’importo, però, fu raggiunto da un altro avviso, peraltro maggiorato dalle spese processuali (a onor del vero non contemplate in questi casi). «A questo punto pur infastidito dall’ulteriore "gabella" presi atto della situazione e mi rassegnai a pagare, sfruttando però l'ulteriore termine che mi veniva concesso, che spostava la scadenza a dicembre». Si giunge così alla fine dello scorso anno.

Tuttavia, nei giorni scorsi l’uomo si vede recapitare un’altra cartella per un ammontare di 600,45 euro. Decide di rivolgersi a un legale e chiarire la situazione, i “ruoli” si rovesciano e scopre che Equitalia gli deve 200 euro. 

Sciopero fiscale di un gruppo di friulani contro Equitalia. «Non siamo italiani»

Hai preso una multa? Difenditi così…

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Sciopero fiscale di un gruppo di friulani contro Equitalia. «Non siamo italiani»

Un gruppo di cittadini triestini (circa 230) ha deciso di intraprendere uno sciopero fiscale. La motivazione? La mancata sovranità dell’Italia e della – presunta – appartenenza al Territorio Libero del capoluogo friulano. Quest’ultimo rappresenterebbe, quindi, una sorta di area “tax free”. 
Il commissario di governo Annapaola Porzio e la direttrice dell’Agenzia delle Entrate Cinzia Romagnoli continuano a ricevere comunicazioni di obiezioni fiscali motivate, corredate dalle copie di multe e bollettini non sanati. E alcuni dei 229 triestini hanno anche annunciato che interromperanno, probabilmente, anche il pagamento di Irpef, Iva, Imu, Tari e Tasi. 
«Non possono, semplicemente, intraprendere uno sciopero fiscale». Così Annapaola Porzio. Dal canto loro, i dissidenti hanno chiesto la nomina di un giudice neutrale, che decida su eventuali controversie. 
«È assolutamente infondata qualsiasi valutazione, notizia, asserzione o comunicazione riguardo alla pretesa esistenza di un “territorio libero di Trieste” che contesti e ponga in dubbio la piena, pacifica e incondizionata sovranità della Repubblica italiana» precisa il Commissario di Governo.
Dunque l’Agenzia delle Entrate si prepara ad avviare gli accertamenti  e, in caso di estrema necessità, far scattare l’iter di riscossione da parte di Equitalia. 

Un gruppo di cittadini triestini (circa 230) ha deciso di intraprendere uno sciopero fiscale. La motivazione? La mancata sovranità dell’Italia e della – presunta – appartenenza al Territorio Libero del capoluogo friulano. Quest’ultimo rappresenterebbe, quindi, una sorta di area “tax free”.

Il commissario di governo Annapaola Porzio e la direttrice dell’Agenzia delle Entrate Cinzia Romagnoli continuano a ricevere comunicazioni di obiezioni fiscali motivate, corredate dalle copie di multe e bollettini non sanati. E alcuni dei 229 triestini hanno anche annunciato che interromperanno, probabilmente, anche il pagamento di Irpef, Iva, Imu, Tari e Tasi.

«Non possono, semplicemente, intraprendere uno sciopero fiscale». Così Annapaola Porzio. Dal canto loro, i dissidenti hanno chiesto la nomina di un giudice neutrale, che decida su eventuali controversie.

«È assolutamente infondata qualsiasi valutazione, notizia, asserzione o comunicazione riguardo alla pretesa esistenza di un “territorio libero di Trieste” che contesti e ponga in dubbio la piena, pacifica e incondizionata sovranità della Repubblica italiana» precisa il Commissario di Governo.

Dunque l’Agenzia delle Entrate si prepara ad avviare gli accertamenti  e, in caso di estrema necessità, far scattare l’iter di riscossione da parte di Equitalia.

 

Cittadini smemorati: Equitalia non perdona. E il debito lievita …
 

 

Cittadini smemorati: Equitalia non perdona. E il debito lievita …

Salti una rata? Non la passi liscia. Letteralmente. Così, se malauguratamente ti dimentichi un pagamento, rischi di beccarti un conto decisamente salato. Ne sa qualcosa un artigiano di Castelfranco Veneto (Treviso) che si è visto addebitare più di 2.600 euro. All’origine di tutto, un’insolvenza di 234,30 euro. 
Perché la rata è schizzata alle stelle? In quanto le norme in materia di rateazione sanciscono che, se viene saltata anche un solo pagamento, si incorre in una maggiorazione del 30%, che viene calcolata sull’IVA originaria, ovvero quella saldata. 
«Una legge assolutamente ingiusta. Avendo pagato cinque rate su sei regolarmente, è una vessazione da Stato oppressore, non degna di uno Stato democratico di diritto. Chi chiede rateazioni è perché le tasse le vuole pagare, vuole cioè essere un bravo cittadino. Quindi non va ulteriormente punito con maxi sanzioni». Così il direttore della CNA, Roberto Ghegin, che sta supportando l’uomo. Quest’ultimo, nel frattempo, ha dovuto “spezzettare” in altre 26 tranches i circa 3.000 euro. 

Equitalia non perdona e il debito lievita... Equitalia_Rate_Debito

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Da redazione