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Notizie

Tasse: come gestirle senza farti strangolare dai debiti

Un momento di difficoltà che dura più del previsto, e il privato cittadino (o l’imprenditore) non ce la fa più a star dietro a tutte le gravose scadenze burocratiche. Così, per onorare il suo debito verso lo Stato, si sente costretto a rivolgersi alle banche e chiedere un finanziamento. In realtà però, non fa che aggravare la situazione e peggiorare la sua esposizione, soprattutto se  incappa in fenomeni come l’usura e l’anatocismoL’unico risultato è un senso di strangolamento e disperazione diffuso, capace di portare anche a un gesto estremo. Come evitare di cadere in questa spirale perversa? Ecco qualche consiglio pratico. 
 
Effettuare dichiarazioni dei redditi complete e veritiere, da cui quindi possa emergere con chiarezza la propria, precaria condizione. Così, allo scadere dei termini previsti per il pagamento delle imposte si verserà quanto è nelle proprie possibilità. 
Tenersi in contatto costante con il professionista che segue la propria situazione economica. Così, sarà possibile indicare nella dichiarazione dei redditi in che misura sono state pagate le tasse.
Quando lo Stato busserà chiedendo il saldo delle imposte non versate, procedere scegliendo il pagamento a 30 giorni che consente anche di ottenere la rateizzazione in 72 tranches.
 

 

Vittima di anatocismo? Scegli un professionista degno di questo nome

Chi è vittima di illeciti bancari scopre spesso, purtroppo, che il “rimedio” può essere peggio della malattia. Per ingenuità, fretta o scarsa informazione. Così, ci si mette nelle mani di società specializzate non nella risoluzione di queste anomalie, bensì nello speculare sul bisogno e la disperazione. Perciò è importante raccontare le storie “a lieto fine”, in cui il cittadino vede riconoscere i propri diritti, grazie al supporto di persone professionali e coscienziose. Nei giorni scorsi è successo al proprietario di un prestigioso albergo di Noale (Venezia), a cui una banca ha risarcito 250.000 euro per evitare di andare a processo.
 
L’uomo, intrappolato per 25 anni in quella tagliola chiamata anatocismo, ha dovuto combattere a lungo e con risultati altalenanti, prima di avere giustizia. In una prima fase, infatti, era incappato in una società poco seria, e quindi priva delle competenze necessarie a richiamare l’istituto di credito alle sue responsabilità. Fortunatamente però, è stata “buona la seconda”, e questo ha dovuto ammettere che sul fido erano stati applicati interessi mai chiaramente specificati né preventivamente concordati.
 

 

Rc Auto:le truffe più frequenti che rischiano di farti spendere una fortuna

Cara assicurazione, quanto mi costi? Avere (e mantenere) un’auto può costare parecchio, soprattutto se si incappa nella compagnia sbagliata. In questo caso la truffa è all’ordine del giorno e, come i camaleonti, può assumere le forme più diverse. Proviamo a “smascherarle”.
 
Può succedere, ad esempio, che la compagnia dica di non avere alcun contratto di collaborazione con il broker che ha fatto sottoscrivere l’assicurazione. Oppure che l’agenzia sia in fase di dismissione o priva di licenza. Molto spesso poi, per far “abboccare” l’ignaro utente si utilizza una denominazione che richiama quella di blasonati e consolidati istituti.
 
Una delle truffe più frequenti però, è quella dei falsi incidenti. Così, ci si vede addebitati sinistri mai avvenuti, che ovviamente fanno lievitare i costi gonfiando in modo del tutto anomalo il premio bonus-malus. Come fare a vigilare, quindi? È necessario leggere attentamente l’attestato di rischio, documento annualmente inviato all’utente che riporta i sinistri denunciati nel’ultimo quinquennio assicurativo. Chi riscontra degli errori può presentare un reclamo all’Ivass (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni) a cui spetta il compito di avviare un’istruttoria. Se a seguito dell’indagine vengono rilevate responsabilità da parte della compagnia, questa può subire sanzioni disciplinari.
 
Se la falsa segnalazione proviene da terze parti, è necessario inoltrare una denuncia cautelativa presso il proprio istituto assicurativo, dichiarando di essere estranei ai fatti. È richiesta una comunicazione scritta in cui si specifica che non si era presenti nel luogo all’orario indicato. Contestualmente bisogna bloccare il risarcimento diretto. La relativa modulistica è disponibile presso le varie compagnie. 
 
 

 

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