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Notizie

Mutuo pagato in ritardo: dopo quanto tempo non sono più “cattivo pagatore”?

Nella vita di chi è stato “schedato” c’è un prima e un dopo. Una sorta di spartiacque. Una metamorfosi obbligata che può coincidere con la “morte” sociale e professionale, se l’iscrizione non viene aggiornata tempestivamente, appena la situazione cambia. Oggi analizziamo la procedura di cancellazione relativa ai mutuatari.
 
Hai pagato in ritardo una rata trimestrale/semestrale o (al massimo) tre mensili? Il creditore, avendo incassato la somma pendente, ha quindici giorni di tempo per comunicarlo al gestore del database in cui è stato inserito il tuo nominativo. Questo, a sua volta, entro dieci giorni, deve procedere alla rettifica.
 
Se il debito viene sanato entro sessanta giorni, la segnalazione deve essere eliminata entro i successivi sei mesi
 
 

 

«Il recupero crediti è sciacallaggio». La testimonianza di un “pentito”

Gli avvoltoi sono esseri viventi che si nutrono delle carcasse di animali morti. Non necessariamente però, vivono in aria. Molti sono intorno a noi. Apparentemente ci assomigliano, se non fosse che mangiano (letteralmente) e prosperano sulle disgrazie altrui; il loro “habitat” ideale è senza dubbio quello del recupero crediti. Ogni tanto qualche esemplare si “redime” e vuota il sacco. Ecco la storia di uno di questi. La raccontiamo nella speranza che possa essere di monito e aiuto. Un modo, nel nostro “piccolo”, per spronare le vittime a rialzare la testa.
 
I numeri sono fondamentali, per gli addetti al recupero crediti. Per questo la competizione è spinta all’estremo, febbrile e spietata. Immaginateli come galline ammassate in uno spazio molto piccolo e spremute come limoni di cui sfruttare fino all’ultima goccia. Difficile sperare di ricevere anche solo un briciolo di umanità e compassione da chi è costretto in questa sorta di prigione, no? Perciò, ripropongono nei confronti dei debitori il comportamento subito dai propri superiori. Pressing, stalking e terrorismo psicologico in vario ordine e misura. «Prima si prova con l’insistenza. Ossessionare paga sempre. Ecco perché si fanno mille chiamate, sms, lettere su lettere. Lo scopo è di far sentire il malcapitato accerchiato, controllato, senza via di scampo finché cede e paga. Foss’anche vendendo i gioielli della nonna. A furia di insistere, blandire, sollecitare e in alcuni casi usare metodi coercitivi i soldi arrivavano, credetemi. Ci sono tecniche studiate e rodate nel tempo. Spesso tocca minacciare al telefono dichiarazioni di fallimento o pignoramenti anche se non si ha in mano alcun provvedimento del giudice. Non sono mancati casi d’uso della forza, violazione di domicilio e intimidazione».
 
E se il debitore “osa” non pagare, si passa al “piano B”. In fondo quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare, no? «Si può sempre minacciare la sua reputazione economica. Gli agenti non si fanno problemi a contattare il datore di lavoro, il coniuge, vicini e perenti e propagare informazioni riservate. Una volta ho lasciato aperto sulla casetta della posta di un poveraccio un avviso di pignoramento risalente al 2009. Deontologia vorrebbe fossero chiusi, magari in una busta spillata, e indirizzati al diretto interessato».
 
Se neanche questo è “sufficiente”, si procede facendo terra bruciata intorno al debitore, con l’intento ultimo di non dargli tregua. «Si fa una ricerca delle utenze ubicate nella stessa strada. Si comincia a chiamare coi pretesti più vari, spacciandosi per avvocati e dicendo che lo studio legale ha estrema urgenza di parlare con questo signore per comunicargli sviluppi … “Sa come possiamo rintracciarlo?” Non c’era bisogno di lasciare recapiti, l’interlocutore era già psicologicamente predisposto a dare tutto l’aiuto possibile».
 
Tutta questa “fatica” e “inventiva”, alla fine viene premiata,  e l’avvoltoio ottiene il suo pasto. Anche a costo di spennare amici e parenti più prossimi del debitore. D’altra parte, una volta innescata la spirale di terrore e minacce le persone, soprattutto se ingenue, sono facilmente manipolabili. «Ci sono buone possibilità che la mamma o il padre abbiano una pensione e qualche risparmio e alla fine, in cambio di uno sconto, saldino il conto. In ogni caso per qualche mese il magro stipendio del recuperatore viene rimpinguato dalle commissioni del piano di rientro appena concluso».
 
 

Tribunale di Milano segnala per anatocismo dieci banche

A che servono le leggi? La domanda, apparentemente provocatoria, ha, purtroppo, più che un fondo di verità. Basti pensare alla normativa in materia di tassi usurari e anomalie del credito, puntualmente disattesa nella pratica. Fortunatamente però, i cittadini e le associazioni che li tutelano stanno raddoppiando l’attenzione e le energie per vigilare sul tema. Leggere le cronache  per credere. È dei giorni scorsi la notizia di un nuovo caso di illeciti bancari verificatosi ad Ancona, dove un imprenditore avrebbe pagato circa 9.000 euro più del dovuto nel biennio 2006-2008. Così è stato chiesto il rinvio a giudizio dell’ex Vicedirettore Generale di Banca Marche, all’epoca delegato per il credito.
 
Nel frattempo, a Udine 10 banche sono state messe sotto osservazione dal Movimento Difesa Cittadino FVG. Nei mesi scorsi, infatti, erano state molteplici le segnalazioni di anatocismo da parte di cittadini che «hanno voluto verificare se era tutto in regola. Negli ultimi cinque anni, in sette casi su dieci abbiamo riscontrato irregolarità. E finora abbiamo lavorato su circa 100 pratiche». Così Raimondo Gabriele Englaro, Presidente Regionale del Mdc.
 
Il tribunale di Milano ha accettato i ricorsi proposti dall’associazione per impedire a Ing Bank, Banca Popolare di Milano e Deutsche Bank di procedere con la capitalizzazione degli interessi passivi. Un ulteriore provvedimento ha interessato poi Unicredit, Fineco, IntesaSanpaolo, Banca Nazionale del Lavoro, Banca Regionale Europea e IW Bank (gruppo Ubi), Banca d’Alba, Cariparma, Banca del Piemonte, Banca Sella.
 
«Il foro del capoluogo lombardo – conclude Englaro – accogliendo le azioni inibitorie, ha chiaramente affermato che dal 1º gennaio 2014 è vietata ogni forma di anatocismo».
 

 

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