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Notizie

Svendere una casa e una vita con un’ipoteca da 30mila euro

Subire illeciti bancari significa sopportare un doppio furto. Dei beni materiali e, di riflesso, della propria dignità. Si perde così in un batter d’occhio il frutto di anni e anni di lavoro e sacrifici. Spesso si tratta di aziende o immobili liquidati all’asta per cifre irrisorie. Uno degli ultimi casi, in ordine di tempo, a Macomer, in Sardegna. Maria Citzia, vedova 72enne, ha visto liquidare per 30.000 euro una casa che ne vale 300mila. E le sono stati dati dieci giorni di tempo per sgomberare l’edificio. 
 
Accendere un mutuo … e ritrovarsi in un tunnel senza uscita
Negli anni Ottanta e Novanta la donna gestiva con il marito diverse attività imprenditoriali. Le cose andavano bene, fino a quando un incidente stradale e un incendio li hanno costretti a rivolgersi agli istituti di credito
Maria Citzia  ripercorre la storia dall’inizio. «Ci siamo trovati in crisi e abbiamo fatto un mutuo fondiario col Banco di Napoli. I danni alla casa sono stati stimati in circa 100 milioni di lire e ci siamo accordati per farci pagare 94 milioni. Il problema è che la banca ha incassato una parte considerevole di quella cifra: 70 milioni e 700mila lire. Speravamo che a quel punto detraesse quella cifra dal mutuo, ma non è successo. Avevamo già pagato 148 milioni dei 200 che dovevamo». 
A questo si aggiungeva un debito di 30 milioni con la Banca Commerciale, difficile da estinguere, nonostante la ripresa dell’attività, a causa di un funzionario. «Lui insisteva sull’ipoteca, cosa però impossibile per via del fatto che ci fosse la banca di mezzo. A quel punto propose di vendere il negozio, ma dalla vendita avremmo potuto ricavare solo una parte del valore. Noi ci siamo opposti, ed è stata messa l’ipoteca giudiziaria su tutto il nostro patrimonio».
 
«Ci è stato impedito di lavorare. Per riprendere la casa abbiamo bisogno di aiuto»
I fornitori hanno chiuso i rubinetti, e la coppia avrebbe dovuto pagare in contanti. Il problema però era che i clienti rateizzavano, o ricorrevano alle cambiali. «Ho cercato di far fronte alle spese con l’altro negozio finché ho potuto. Però i miei figli sono stati costretti a emigrare in cerca di lavoro».
Intanto ad aggiudicarsi la casa è stato il titolare di una ditta di pompe funebri locali. «L’unica soluzione sarebbe che rinunciasse all’acquisto. E magari recuperare la somma grazie a una rete di solidarietà».
 

 

Intesta tutto alla madre per liberarsi da Equitalia. Condannato a un anno di reclusione e al risarcimento

Una cartella esattoriale può cambiare la vita, e compromettere non solo il presente, ma anche il futuro. Quando una persona oltre ai soldi perde anche il lavoro, ricominciare è difficile, soprattutto se ha superato i 40 anni. 
Così, a volte si ricorre a “stratagemmi” di vario tipo, pur di scampare a Equitalia, ma questo peggiora le cose, innescando un circolo vizioso praticamente impossibile da spezzare. Ne sa qualcosa un camionista veneto di 52 anni, che ha ceduto camion e licenza alla madre novantenne, per evitare un debito di 230.000 euro e la confisca di beni per altri 10.000. L’Agente di riscossione si è rivolto all’autorità giudiziaria, che gli ha dato ragione condannando l’uomo a un anno di reclusione e al pagamento di 8.000 euro circa. A nulla sono valsi i tentativi della difesa di spiegare che i due non hanno più niente.
 
In quali casi il creditore può procedere al pignoramento?
Se il debitore vive presso altre persone (genitori, parenti), l’ufficiale giudiziario non può eseguire il provvedimento, in quanto, fino a prova contraria, si considerano i beni situati all’interno di un’abitazione di proprietà del titolare dell’immobile. Invece, nel caso in cui il pignoramento avvenga a casa del debitore, si può procedere, sempre in base al principio di presunzione di appartenenza
 

 

Illeciti bancari, a fare la differenza è la perizia econometrica

Sconfiggere l'usra con la perizia econometrica

PERIZIA_ECONOMETRICA

 
Sconfiggere l’usura non è, purtroppo, solo una questione di giustizia. Se il cittadino finisce nelle mani sbagliate, pur avendo ragione, perde. E magari essere addirittura costretto a risarcire l’istituto di credito. 
 
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La perizia econometrica, in tal senso, gioca un ruolo fondamentale.
 
«Sono in possesso di una serie di comunicazioni provenienti dalla banca, in cui questa ammette gravi errori sul conto aziendale. Purtroppo però la perizia econometrica e la tutela giudiziale che ho profumatamente pagato mi hanno fatto perdere il procedimento di primo grado. La documentazione prodotta dal perito di parte era infatti lacunosa. Morale della favola, ora sono in guai peggiori di prima».Questo ha scritto qualche giorno fa una nostra lettrice. 
 
La sua vicenda testimonia che le perizie econometriche sono ormai diventate un (redditizio) business per certe organizzazioni. L’unica cosa in cui sono specializzate, però, è speculare sui problemi altrui.  Ecco tutto quello che c’è da sapere per non diventarne vittima.
 

Cos’è la perizia econometrica e a cosa serve?

Perizia_EconometricaSi tratta dello strumento utilizzato per ricalcolare gli interessi passivi, gli attivi e le irregolarità
 
L’unica perizia valida in Tribunale in quanto giurata (asseverata) è quella emessa dal Tecnico nominato dal Giudice (CTU). 
 
Tuttavia, entrambe le parti possono produrre un’ulteriore perizia, affidandola a un tecnico di parte (CTP). 
 
Qual è la differenza sostanziale? Se il CTU sbaglia, è perseguibile penalmente, il CTP no. Questo però non autorizza ad improvvisarsi, data la delicatezza della questione.
 
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Quali sono i costi e come deve essere strutturata?

La perizia asseverata si paga, ma l’importo varia di caso in caso. In genere è compreso tra 500 e 1000 euro. La perizia di parte, invece, non prevede costi. 
 
L’efficacia del documento dipende però dal suo contenuto, che deve riportare
 
  • i riferimenti alla normativa esistente
  • il metodo di calcolo utilizzato
  • il risultato raggiunto.
Come scegliere a chi rivolgersi?
Competenza e serietà sono i requisiti fondamentali che devono garantire le organizzazioni a difesa del consumatore. 
 
Quest’ultimo deve quindi essere molto prudente e selettivo quando sceglie a chi affidarsi. Perché, come sottolinea Rossella Fidanza, «la perizia è l’unica vera arma di cui si dispone, preparata da peracottari diventa un’arma a salve».
 
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