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Notizie

Decreto ingiuntivo: quali sono gli obblighi delle banche e quando si può fare opposizione?

Ingiunzione di pagamento 

Decreto_Ingiuntivo

Il nome suona minaccioso, e purtroppo familiare, a molti italiani che hanno a che fare con gli istituti di credito. Spesso infatti si ricorre a questa per recuperare le somme dovute dal cliente. D’altra parte il giudice può revocare il provvedimento se manca la documentazione richiesta
 
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Necessario dimostrare l’esistenza di un rapporto economico con il cliente

La banca deve esibire il contratto di conto corrente e tutti gli estratti conto relativi, per ottenere il pagamento del debito. Bisogna infatti certificare l’esistenza del credito e il suo ammontare
 
Il giudice è chiamato a controllare gli importi richiesti, le commissioni e gli interessi passivi, e verificare la legittimità delle clausole contrattuali, stabilendo se il saldo preteso è dovuto o no
Se l’istituto di credito non ha conservato gli estratti conto, non può giustificarsi dichiarando che può distruggerli trascorsi i 10 anni. Questi rappresentano infatti la prova del credito vantato
 

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Multe, sono necessari dieci anni per la prescrizione

Ricorso_Per_Decreto_Ingiuntivo

Come fare a opporsi a un decreto ingiuntivo? 


Ricevuta la notifica del provvedimento, ci sono 40 giorni di tempo per presentare ricorso, dopodiché si procede al pignoramento dei beni. 
 
Chi vuole fare opposizione deve specificare che ci sono stati errori nel calcolo dei tassi, o che è stato vittima di usura bancaria e anatocismo
 
Insomma, è necessario presentare obiezioni sostanziali ed efficaci per convincere il giudice a bloccare l’ingiunzione. Solo così è possibile rimandare l’esecuzione del provvedimento, ottenendo magari condizioni di rimborso più convenienti
 
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Multe, necessari dieci anni per la prescrizione

Era convinto di ottenere la cancellazione di circa 4.000 euro “frutto” di cartelle esattoriali relative al periodo compreso tra il 2006 e il 2010, ma le cose non sono andate come si aspettava. È successo a un automobilista veneto che aveva fatto ricorso davanti al Giudice di Pace sperando nell’annullamento per “intervenuta prescrizione”, in virtù dei cinque anni trascorsi dalla notifica. Il verdetto ha invece riconosciuto la legittimità del credito vantato da Equitalia. Il contribuente dovrà quindi pagare il proprio debito, comprensivo di mora.
 
«Nessuno aveva notificato le cartelle»
 
Tutto era cominciato con una serie di multe per violazione del codice stradale provenienti dal Comune di Padova e dall’Unione dei Comuni del Camposampierese. L’uomo però sosteneva di essere stato informato di quanto stava succedendo solo dopo essersi recato, di sua iniziativa, negli uffici di Equitalia. Secondo lui, quindi, la notifica sarebbe avvenuta quando i termini previsti dalla legge erano già scaduti.
 
Cassazione: le infrazioni al codice della strada sono prescritte dopo dieci anni
 
La procedura per il pagamento delle multe prevede che, se queste non vengono sanate, spetta alla polizia municipale notificarle. Successivamente, il debito diventa di competenza di Equitalia, che inoltra all’interessato relativa cartella esattoriale. Per le sanzioni amministrative legate al codice stradale, generalmente si considera un termine di prescrizione di cinque anni, a partire dalla ricezione del verbale da parte dell’automobilista.
 
Stavolta però l’avvocato difensore di Equitalia ha contrapposto a tale principio una recente sentenza del Giudice di Pace di Padova, che a sua volta si era richiamato  alla Corte di Cassazione. Nel febbraio 2014 questa infatti aveva stabilito che «devono decorrere dieci anni dalla notifica della cartella di Equitalia perché possa ritenersi intervenuta la prescrizione del diritto alla riscossione delle infrazioni al codice della strada».
 

 

Illegittima ipoteca: quando si possono chiedere i danni a Equitalia?

Una cartella esattoriale può cambiare la vita Cartella_Esattoriale_illegittima

Soprattutto se piomba nella vita delle persone come un fulmine a ciel sereno
 
Provvedimenti quali l’iscrizione dell’ipoteca hanno l’effetto di un terremoto, perciò è importante che, se compiuti impropriamente, i responsabili paghino
 
Così, recentemente una serie di sentenze ha accordato al contribuente il risarcimento del danno subito in seguito alla violazionedelle regole di imparzialità, correttezza e buona amministrazioneda parte di Equitalia.
 
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I casi in cui il contribuente deve essere rimborsato

 
È di un anno fa la decisione con cui il Giudice di Pace di Lecce ha definito risarcibile il danno biologicoderivante dallo stato di malessere cagionato dall’illegittima iscrizione dell’ipoteca”. 
 
A subire le improprie “attenzioni” di Equitalia era stata un’imprenditrice, vittima di una reazione traumatica da stress. La donna era poi riuscita a dimostrare che il provvedimento avviato dall’Agente di riscossione non era conforme alla legge
 
Un’altra sentenza ha invece stabilito che il danno causato da illegittima ipoteca, se questa segue avvisi di accertamento già annullati, non richiede documentazione in sede di giudizio, per ottenere il risarcimento
 
Bisogna certificare e provare solo il relativo ammontare, in relazione alla lesione subita e alla sua gravità.
 
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Da redazione

 



 
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