In questa sezione troverai ogni giorno tutte le news più interessanti e utili per te.

 

Scritte da esperti blogger, dottori commercialisti e esperti di finanza e diritto tributario, in quesi articoli troverai fatti reali e concreti. 

Svolgiamo un lavoro estenuante per filtrare le notizie false e le bufale. Non ci piace illudere i nostri utenti, ma insistiamo su  uno stile professionale e onesto.

Registrati e riceverai ogni settimana la newsletter gratuita con tutte le notizie e gli aggiornamenti utili direttamente sulla tua email.

Notizie

Multe da Equitalia per chi non aggiorna i dati della propria carta di credito. Ma l’email è falsa

«Forniteci i dati della vostra carta di credito o verrete sanzionati in caso di mancate comunicazione degli stessi. Dall’1 genaio 2015 tutti i possessori di carte di credito e debito in conformita con la nuova legge art. 18/2015 comma 4 c , deve attualizare i suoi dati. Tutti i posesori che non comunicano a Equitalia le sue carte, rischia una multa da 10 mila euro a 50 mila euro. Attualizare Datti Codice Cliente Equitalia n* 5602 - 9037 - 4977 - 3725 Equitalia 2015».

L'email che avete appena letto è arrivata in queste ore nelle caselle di posta di moltissimi italiani. E si segnala, oltre che per il fatto di essere palesemente sgrammaticata, anche e soprattutto perchè non proviene da Equitalia, e quindi non ha alcuna validità. La stessa Equitalia, peraltro, ha messo in guardia contro questo ennesimo episodio di phishing, tentata truffa via Internet finalizzata a carpire informazioni personali agli utenti (in particolare dati finanziari e codici di accesso) da utilizzare in operazioni e scommesse on line attraverso cui riciclare denaro sporco.

«Attenzione alle false email con oggetto 'messaggio equitalia' o simili che circolano in queste ore e che richiedono ai possessori di carte di credito e carte di debito di attualizzare i propri dati, preannunciando una possibile multa a chi non si adegua. Equitalia è assolutamente estranea a questi messaggi potenzialmente pericolosi e invita i destinatari a non tenere conto della mail ricevuta». Così il comunicato stampa ufficiale.

Perciò, se avete ricevuto questa email, potete tranquillamente cancellarla e tirare un sospiro di sollievo.

 

 
 
 
 

Conto corrente: quando non può essere pignorato?

In alcuni casi il conto corrente non può essere toccato 

Chi ha avuto a che fare con Equitalia lo sa: uno dei primi “bersagli” del recupero crediti è il conto corrente. Pignoramento_Conto_Corrente

Ma anche chi è stato segnalato in Crif probabilmente non se la passa meglio: l’iscrizione in Centrale Rischi ha infatti tra gli effetti il “congelamento” di eventuali depositi, con conseguenze estremamente negative. 

Leggi anche

Immobili, ecco i casi in cui Equitalia non può chiedere l’esproprio

Tuttavia, in alcuni casi il conto corrente non può essere toccato, né dalle banche, né da i privati, e tantomeno da Equitalia. 

La legge per tutti, sito d’informazione legale, ha analizzato i principali. Eccoli in una breve sintesi.

Il contratto di apertura di credito, anche noto come fido, consente al correntista di attingere non solo ai soldi che ha depositato, ma anche a un’ulteriore cifra messa a disposizione dalla banca. 

Leggi anche

Equitalia cancella le cartelle esattoriali sotto i 300 euro

Tecnicamente quindi, gli è permesso di andare in rosso, a patto di non superare il margine indicato nel contratto. E in caso di pignoramento, se il saldo è negativo, il creditore non potrà rivalersi.

Se invece il conto corrente è cointestato, non può essere congelato integralmente, ma entro il limite massimo del 50%

Perciò, Equitalia non può ricorrere alla procedura speciale, attraverso cui si ottiene il blocco totale del deposito senza neppure l’autorizzazione del tribunale. In presenza di beni comuni condivisi spetta, al contrario, al giudice vigilare sulla regolarità dell’operazione di divisione.

Leggi anche

 

Pere richiedere una consulenza economica e fiscale clicca qui Altroconsumo

Da redazione

 


 

 

«Le tasse ci schiacciano, e noi facciamo lo sciopero fiscale»

Può definirsi democratico un Paese che viene tenuto in piedi principalmente dalle fasce sociali più deboli? LE_TASSE_CI_SCHIACCIANO

La Costituzione italiana dichiara che le imposte versate dai cittadini devono essere in proporzione alla propria condizione economica

Peccato che questo principio di equità sia rimasto sulla carta, mentre la realtà se ne allontana sempre di più. Quanti si sono suicidati, dopo che tasse e debiti avevano reso la loro vita un inferno? Tanti, troppi. 

E per evitare che ce ne siano altri è nato il Comitato per l’Equità Fiscale (EqF), che, attraverso una rete territoriale sempre più articolata, sta promuovendo uno sciopero fiscale con l’intento di spingere le istituzioni a far rispettare quanto scritto nella Costituzione

«Noi non ci ammazziamo più. Vogliamo cambiare le cose. Vogliamo mettere in discussione questo sistema, che ormai è economicamente insostenibile per i cittadini. Chiediamo che ciascuno possa pagare i contributi allo Stato in modo equo e proporzionato a quanto ha». A parlare è Chiara Rizzi, una delle responsabili della sede veneta di EqF.

Leggi anche

Immobili, ecco i casi in cui Equitalia non può chiedere l’esproprio

«Quando una persona è disperata ha bisogno di soluzioni concrete, e non di commiserazione»

Comitato_per_Equita_FiscaleOgni giorno qualcuno si suicida perché non ce la fa più a star dietro alle spese. Le persone sono esasperate, e per uscire da questa situazione hanno bisogno di molto di più che una pacca sulla spalla, sottolinea Chiara. 

D’altra parte, già da tempo lei ha deciso di “metterci la faccia”. Lo scorso dicembre ha scritto un post sulla sua pagina Facebook dichiarando esplicitamente di non essere più in grado di pagare

Tatuatrice e madre single, la donna è un po’ il simbolo delle fasce sociali più esposte ai disastrosi effetti dell’attuale crisi economica

«Vogliamo che commercianti e piccoli imprenditori capiscano che non sono soli, e soprattutto che non devono vergognarsi. Certo, alcuni non possono smettere di pagare le tasse tutte insieme, di colpo, e allora cominciano lo sciopero fiscale in modo graduale».

Leggi anche

Sei un’autonoma? Non puoi ammalarti. Dillo al mio tumore…

«I contribuenti onesti non devono vergognarsi di non riuscire a pagare le tasse. E’ il sistema che va riformato»

Come si sta muovendo, quindi, il Comitato per l’Equità Fiscale

A piccoli passi, spiega la Rizzi. «Attualmente stiamo raccogliendo le adesioni si base territoriale. L’obiettivo, nel lungo periodo, è arrivare a una riforma fiscale, ma siamo consapevoli che per modificare il sistema dobbiamo lavorare bene dandoci tutto il tempo che serve. Perché sostanzialmente è necessario un cambiamento di mentalità, culturale». 

E in quest’ottica, conclude, anche i media possono dare un contributo importante

«Ora tutti parlano di noi, ma sappiamo che ci sarà un momento in cui si rischierà di veder piombare di nuovo il silenzio su questi temi, e proprio allora sarà importante andare avanti con più decisione ancora, ciascuno facendo la propria parte».

Leggi anche
 
Da redazione 

 

 


 
 

 

✍  FAQ    Chi siamo     
Info Privacy