In questa sezione troverai ogni giorno tutte le news più interessanti e utili per te.

 

Scritte da esperti blogger, dottori commercialisti e esperti di finanza e diritto tributario, in quesi articoli troverai fatti reali e concreti. 

Svolgiamo un lavoro estenuante per filtrare le notizie false e le bufale. Non ci piace illudere i nostri utenti, ma insistiamo su  uno stile professionale e onesto.

Registrati e riceverai ogni settimana la newsletter gratuita con tutte le notizie e gli aggiornamenti utili direttamente sulla tua email.

Notizie

Bari, due istituti di credito condannati per anatocismo

Istituti di credito condannati per Anatocismo Istituti_di_Credito_Condannati_per_Anatocismo

Un anno drammatico. Così ha definito il 2014 Massimo Melpignano, l’avvocato vicepresidente di Adusbef Puglia che ha difeso due correntisti in altrettante cause per anatocismo, fortunatamente vinte.

Nel primo caso, il Tribunale di Bari ha richiesto a Banca Intesa San Paolo il pagamento di circa 70.000 euro più interessi e spese legali, dopo aver rilevato svariate anomalie sul conto corrente di un anziano cittadino di Mola di Bari

Tra le irregolarità contestate all’istituto di credito, la mancata pattuizione del tasso degli interessi attivi e l’illegittima applicazione delle commissioni di massimo scoperto.

Lo stesso giorno è stata emessa una sentenza a carico della Banca Carime, chiamata a rimborsare 25.000 euro più interessi e spese processuali per una vicenda iniziata nel 2008.

«Far riottenere ai cittadini somme pagate illegittimamente alle banche fa sempre piacere», spiega Melpignano. «ma c'è ancora tanto da fare. Purtroppo diventa sempre più necessario far tutelare i diritti in Tribunale, anche quando sono sacrosanti. E questo è sintomo di un sistema che non può più continuare a funzionare così».

Insomma, anche quando, come in questi casi, la battaglia contro l’anatocismo viene vinta, non  ci si può lasciar andare all’ottimismo della prima ora. 

«Sarebbe troppo facile dire che finisce in bellezza un anno difficile per i consumatori», precisa Melpignano

«E’ stato un anno drammatico, in cui le energie sono state concentrate nel cercare di salvare tante, troppe aziende dall’indebitamento bancario, dalla revoca degli affidamenti, dagli interessi spropositati e talvolta usurai, nonchè a cercare di salvare famiglie dal pignoramento della casa, del vero e proprio fallimento per sovraindebitamento».

Leggi anche

 
 
Da redazione 

 



 

Abruzzo, il 99% dei conti correnti presenta irregolarità

Le anomalie bancarie sono la “regola”, e non l’eccezione, se si analizzano i dati relativi a questa piccola regione italiana. Infatti, dai dati contenuti nel Report Nazionale sull’usura praticata dagli istituti di credito emerge che,dei circa 50.000 conti correnti intestati a cittadini abruzzesi, nessuno è immune.

E il preoccupante quadro è confermato dai risultati dell’analisi della Confederazione Italiana dell’Artigianato (Cgia) di Mestre, secondo la quale il “rischio” di essere vittima di usura bancaria, in Abruzzo, è più alto del 44% rispetto alla media nazionale. Peggiore solo la situazione di campani e calabresi.

Molteplici le cause del fenomeno, tra cui tassi d’interesse medi al 3,54% (contro il 2,69% della media nazionale) e l’elevato rapporto tra sofferenze e impieghi bancari, che tocca quota 14,1% a fronte dell’8,43% del dato nazionale.

«L'usura bancaria rappresenta un vero e proprio pericolo per il nostro Paese e per la nostra Regione in quanto aggredisce il patrimonio industriale, artigianale, agricolo e dei servizi che connota il tradizionale corpo produttivo dell'Abruzzo». Ha scelto queste parole il deputato del Movimento Cinque Stelle Andrea Coletti per presentare l’interrogazione parlamentare con cui ha chiesto al Ministro della Giustizia di rendere noti i dati relativi alla diffusione del reato di usura bancaria nella regione. «Io e la collega del mio studio, Raffaella Di Giovanni, siamo riusciti a bloccare, grazie alla collaborazione di un Pubblico Ministero, un’esecuzione immobiliare richiesta da una banca a seguito della denuncia di una possibile usura bancaria, ma auspico che le associazioni di categoria siano più vicine ai propri associati nel verificare che le banche non stipulino contratti illegittimi nei loro confronti». 

 
Seguici su 

   

Usura bancaria, il sistema non perdona gli imprenditori onesti

Usura Bancaria Usura_Bancaria

Incredibile ma vero. Essere vittima di usura bancaria, e non poter avere giustizia. Subire lo sfratto, e veder liquidare all’asta una casa dal valore di 100.000 euro per meno della metà della cifra

Sembra un incubo, ma è quello che è capitato a Gianni Chinellato, 60enne imprenditore veneto che ha fatto della battaglia contro le anomalie bancarie una ragione di vita. Così è diventato punto di riferimento per associazioni come Sos Utenti e Confedercontribuenti, e referente locale del Forum Nazionale Antiusura.

Leggi anche

Banche, ecco perché fidarsi è bene, non fidarsi è meglio

A nulla però è servito il suo impegno e le forme di protesta anche vivaci che ha intrapreso nel corso del tempo, perché Unicredit ce l’ha fatta. Infatti, vantando un credito di circa 10.000 euro, la banca nei prossimi giorni potrebbe ottenere lo sfratto dell’uomo, che abita a Venezia

Gianni Chinellato però non è disposto ad arrendersi. «Sono pronto a incatenarmi a due bombole di gas. Sono una vittima dell’ingiustizia istituzionale perché ho denunciato un sistema».

L’inferno, per l’imprenditore, comincia sette anni fa, dopo che il Banco San Marco lo segnala in Centrale Rischi per una cifra esigua, su cui peraltro c’era il sospetto di usura

Purtroppo però, l’iscrizione in CR ha già innescato un effetto a cascata”. «Ci hanno bloccato un finanziamento necessario per rilanciare l’attività. Ci hanno chiesto il rientro dai fidi e l’Unicredit ha presentato un decreto ingiuntivo contro il quale ci siamo opposti sempre per presunta usura».

Gianni Chinellato chiede una perizia a un gruppo di analisti, e questi rilevano tassi usurari da parte di Unicredit, Antonveneta e Banco San Marco. «Ho presentato denuncia-querela, ma i procedimenti sono stati derubricati come non costituenti reato», prosegue l’imprenditore. 

Leggi anche

 

Nel frattempo, l’imprenditore deve interrompere la propria attività, in quanto, «la nostra situazione è diventata un’apocalisse. Disoccupati, assistiti dalla Caritas per i generi alimentari, dal Comune con il minimo vitale, dalla Regione con il servizio anti-suicidi. Poi, come se non bastasse, nel 2011 è stata messa all’asta la mia abitazione. La cosa incredibile è che il giudice istruttore ha sentenziato l’insistente morosità pecuniaria da parte mia nei confronti di Unicredit, eppure l’istituto ha continuato a mantenere l’iscrizione ipotecaria. Dopo 4 aste la casa che vale più di 100mila euro è stata venduta a circa 40mila».

Fortunatamente, la comunità veneziana non ha lasciato solo Chinellato; in tutto questo tempo gli è rimasto accanto don Enrico Torta, il parroco antiusura di Dese, che ha scritto al Papa e che sta facendo il possibile per far conoscere la storia dell’imprenditore, nella speranza che qualcosa si muova. «Sono a fianco di Gianni e di tutti gli usurati che sono caduti in depressione», ha dichiarato il parroco. «Mi auguro che assieme a noi partecipino tante altre persone: l’usura bancaria è un omicidio lento legalizzato»

Leggi anche.

 
Da redazione 

 



 
✍  FAQ    Chi siamo     
Info Privacy