Poche idee ma confuse
Potrebbe riassumersi così il metodo adottato da Agenzia delle Entrate Riscossione nei confronti dei contribuenti. Se da una parte, infatti, si approntano decreti di riforma della giustizia tributaria, che dovrebbero essere finalizzati ad aiutare sia lo Stato che il cittadino, dall’altra si procede senza troppi complimenti a fare cassa. Tralasciando interamente l’intento (ed il concetto) di sostenibilità.
È stato reso noto, infatti, che a partire dal prossimo 29 agosto Agenzia delle Entrate Riscossione metterà in moto la procedura di riscossione coattiva dei crediti sospesi. Il che significa, in soldoni, il pignoramento dei conti correnti dei debitori. Nello specifico si tratta di chi non ha rispettato gli oneri relativi alla rateizzazione delle cartelle esattoriali, e quindi non abbiano saldato la somma pendente entro lo scorso ottobre.
A livello locale l’allarme comincia ad essere diffuso da deputati e senatori che promettono di dare battaglia in aula così da evitare che i contribuenti in grave e comprovata difficoltà economica siano equiparati agli evasori seriali, e puniti fin troppo pesantemente.
La redazione


L’estate è (anche) uno stato mentale, ma non quando si tratta di burocrazia e Fisco. Questi, infatti, non dormono mai, neppure nei giorni immediatamente precedenti Ferragosto, che storicamente sancisce una sorta di paralisi produttiva, in Italia.
L’impegno alla condivisione e al supporto reciproco tra marito e moglie vale anche se uno dei due non ha pagato la multa o il bollo? In questo caso, infatti, il rischio – più che concreto – è quello di subire il fermo amministrativo. È giusto che a farne le spese sia anche il veicolo cointestato, o addirittura interamente di proprietà dell’altro/altra? Perché se uno è indebitato a restare a piedi devono essere in due?