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Notizie

Il Fisco ha bisogno di soldi, e torna alla carica con la cancellazione dal PRA

A volte ritornano … con somma gioia – si fa per dire – del cittadino

 Radiazione_PRALa notizia riguarda i veicoli su cui non è stato pagato il bollo auto. Se l’inadempienza va avanti da almeno tre anni, infatti, è prevista la cancellazione d’ufficio dal PRA.

Dopo quasi 20 anni di mancato utilizzo di questo strumento, il Fisco ha pensato bene di estrarlo nuovamente dal cilindro, stimando che, in sole tre Regioni (Lazio, Lombardia, Puglia), la quantità di mezzi che potrebbe essere cancellata si aggira intorno alle 500mila unità; l’anno medio di immatricolazione è il 1994.

La radiazione dal PRA, sancita dal codice della strada, rappresenta comunque un procedimento non totalmente conforme alla legge, in quanto sarebbe dovuto intervenire un decreto ministeriale a perfezionarne la disciplina. Detto ciò, va comunque specificato che la cancellazione può essere impugnata procedendo al ricorso.

 Rimozione del PRA: in cosa consiste?

Questa misura ha ripercussioni molto drastiche sull’automobilista: non solo, infatti, gli viene sequestrato il veicolo (senza la possibilità di riappropriarsene mai più), ma incappa anche in una multa il cui ammontare è assai variabile (da 400 a 1.600 euro circa). A intraprendere la procedura è l’Aci che, accertata l’inadempienza e la sua durata almeno triennale, chiede spiegazioni all’utente circa le motivazioni che l’hanno determinata. C’è tempo 30 giorni per dimostrare l’avvenuto pagamento.

L’ultimo caso di radiazione dal PRA risale al 2004. Si è “riesumata” questa misura per fare cassa, recuperando parte della – sostanziosa – evasione fiscale che grava sul settore, come pure per snellire la mole dell’archivio, in cui sono ancora contenuti molti mezzi non più circolanti.

 E se volessi fare ricorso?

L’automobilista ha tempo 30 giorni per impugnare il provvedimento davanti al Ministero dell’Economia o davanti al Giudice. 

La redazione

 


 
 

Assicurazione: cos’è il periodo di tolleranza e chi ne ha diritto

Hai dimenticato di rinnovare la RC Auto ma stai continuando a circolare in città con il tuo veicolo? 

Recesso_AssicurazioneSe non sono trascorsi più di 15 giorni dalla scadenza della polizza precedente non hai nulla da temere. Ciò non toglie, ovviamente, che tu debba darti da fare per rinnovarla, o comunque stipularne una nuova presso un’altra compagnia.

Niente più tacito rinnovo

Nel 2012 sono state varate delle norme che hanno cancellato questa pratica. In precedenza vigeva il principio del silenzio assenso, per cui la mancata – esplicita – disdetta implicava la conferma del contratto. A oggi, invece, la polizza si estingue automaticamente alla scadenza del contratto.

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Il periodo di tolleranza

Venendo meno il principio del tacito rinnovo si è reso necessario dare all’utente un arco di tempo sufficiente a guardarsi intorno, effettuare le necessarie comparazioni, e decidere se mantenere il rapporto assicurativo con la compagnia che già conosce, o passare a un’altra. Da qui il periodo finestra di 15 giorni, durante i quali l’automobilista viene comunque tutelato e garantito in caso di eventuali danni e non incorre in nessuna multa.

I 15 giorni di tolleranza devono essere garantiti da tutte le compagnie assicurative, e l’unico tipo di contratto per cui non valgono è quello di polizza provvisoria. Questo periodo “cuscinetto” rappresenta un legittimo diritto del consumatore anche nel caso in cui abbia già esplicitato la sua volontà di scegliere un altro operatore

La redazione



 

Devi pagare una cartella o chiederne la sospensione? Il servizio è “a portata di tasca”

Scegli la tecnologia per curare i rapporti con gli utenti? 

Preparati a continui aggiornamenti e perfezionamenti del servizio. Questo, in breve, devono aver pensato i dirigenti dell’Agenzia di Riscossione, dato che nei giorni scorsi è stata rilasciata una nuova versione dell’app Equiclick. Così, d’ora in poi sarà possibile monitorare costantemente l’esistenza di eventuali pratiche aperte a proprio carico, e contestualmente procedere a rateizzarne l’ammontare.

Equiclick si rifà il look

Da venerdì scorso si può entrare nell’area riservata anche utilizzando lo SPID, Sistema Pubblico di Identità Digitale; un’esemplificazione funzionale alla richiesta, per chi lo ritiene utile e opportuno, di partecipazione alla definizione agevolata del debito con Equitalia.

Equiclick, nata con l’intento di permettere all’utente di venire facilmente a conoscenza dell’esistenza di importi da saldare, congelare eventuali cartelle e cercare l’ufficio più vicino, offre l’opportunità di suddividere in tranche il pagamento del debito fino a un importo massimo di 60mila euro.

L’introduzione dello SPID equivale, in pratica, ad avere “a portata di tasca” i principali servizi gestiti dagli sportelli territoriali. Fino a questo momento il login nell’App era possibile unicamente attraverso i dati (codice fiscale, password, pin) rilasciati dall’Agenzia delle Entrate. 

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