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Lo Sportello Amico ha fatto risparmiare ai contribuenti 60mila euro

Tempo di bilanci per il Punto Civico di Ascolto Anti-Equitalia nato a Verona per volontà del Movimento Cinque Stelle. Lo sportello è partito lo scorso 7 maggio.

L’iniziativa ha finora coinvolto 50 contribuenti destinatari di cartelle esattoriali per un totale di 133mila euro. Lo sgravo fiscale finora ottenuto ha toccato quota 60mila euro circa.

«Il progetto sta riscuotendo un’approvazione crescente. Detto ciò, il nostro intento non è sostituirci ai professionisti operanti sul territorio». Così Mattia Fantinati, consigliere comunale. «Si tratta di un aiuto concreto per i cittadini, le micro e piccole imprese, fascia più deboli dell'economia, che si vedono recapitare quotidianamente le cartelle di Equitalia. Avvocati, commercialisti e tributaristi, le stanno verificando per capire la legittimità, se siano prive di senso e/o del tutto errate».

Da Nord a Sud Equitalia è “sorvegliata speciale”

«Fisco non fornì sufficienti informazioni» annullato debito da 39 milioni di euro

 

 

 

Debiti: in tutta Italia arriva la “corsia preferenziale” per gli anziani

Continua l’operazione over 65 friendly intrapresa dall’Agenzia di Riscossione attraverso il progetto Sportello Amico. L’obiettivo è quello di ridurre la distanza (soprattutto psicologica) tra ente e cittadino, con particolare riguardo a una fascia particolarmente delicata quale quella degli anziani, che costituisce l’11% dell’utenza totale. L’iniziativa era stata lanciata in fase sperimentale nel 2015, attraverso una decina di punti informativi distribuiti su territorio nazionale.  

Gli sportelli superano oggi quota 50, grazie a circa 40 nuovi sportelli locali suddivisi, principalmente in Lombardia, Toscana, Lazio, Qui i contribuenti possono chiedere spiegazioni e chiarimenti in merito agli strumenti di autotutela a loro disposizione, nonché inoltrare richiesta di rimborso.

I pagamenti delle cartelle esattoriali, invece, possono essere effettuati come di consueto attraverso uffici postali, punti Sisal, tabaccai, sito Internet di Equitalia e sportelli bancari.

Contribuente va rimborsato se il debito era inesistente ma gli effetti tangibili
 

Da Nord a Sud Equitalia è “sorvegliata speciale”

Quando i “controllori” non  svolgono al 100% il proprio lavoro finiscono  nel “mirino”, sorte ben nota ai cittadini “comuni mortali”. Nei giorni scorsi l’Agenzia di Riscossione  è stata colpita da un fuoco incrociato. Da una parte i blitz e le perquisizioni della Guardia di Finanza in tutta Italia, dall’altra le tentate truffe da parte di sedicenti impiegati.
Labirinto. Questo è il nome dell’operazione delle Fiamme Gialle che ha coinvolto numerose città italiane, tra cui Trento, Castelfranco Veneto, Cremona e Brescia.  All’origine di tutto c’è stata proprio l’inchiesta della procura di quest’ultima.
A Brescia sono state perquisite anche l’Agenzia delle Entrate e quella delle Dogane. Coinvolte negli accertamenti circa 40 aziende che operano su base nazionale. Tirando le somme sono stati iscritti in 9 nel registro degli indagati. Tra loro, cinque imprenditori e un professionisti. I dipendenti pubblici finiti nel mirino sono stati accusati di aver ricevuto mazzette per “chiudere un occhio”  su eventuali controlli. 
In provincia di Pavia sono stati individuati tre gruppi di finti agenti di Equitalia. Il primo, attivo a Voghera, era composto da due uomini di Casoria, entrambi pregiudicati per truffa. A Medassino era una donna a bussare alle porte dei cittadini per “battere cassa”. A Montebello, invece, a bordo di un furgone bianco della “polizia zoofila” se ne aggiravano altre due.

Quando i “controllori” non  svolgono al 100% il proprio lavoro finiscono  nel “mirino”, sorte ben nota ai cittadini “comuni mortali”. Nei giorni scorsi l’Agenzia di Riscossione  è stata colpita da un fuoco incrociato. Da una parte i blitz e le perquisizioni della Guardia di Finanza in tutta Italia, dall’altra le tentate truffe da parte di sedicenti impiegati.

Labirinto. Questo è il nome dell’operazione delle Fiamme Gialle che ha coinvolto numerose città italiane, tra cui Trento, Castelfranco Veneto, Cremona e Brescia.  All’origine di tutto c’è stata proprio l’inchiesta della procura di quest’ultima.

A Brescia sono state perquisite anche l’Agenzia delle Entrate e quella delle Dogane. Coinvolte negli accertamenti circa 40 aziende che operano su base nazionale. Tirando le somme sono stati iscritti in 9 nel registro degli indagati. Tra loro, cinque imprenditori e un professionisti. I dipendenti pubblici finiti nel mirino sono stati accusati di aver ricevuto mazzette per “chiudere un occhio”  su eventuali controlli.

In provincia di Pavia sono stati individuati tre gruppi di finti agenti di Equitalia. Il primo, attivo a Voghera, era composto da due uomini di Casoria, entrambi pregiudicati per truffa. A Medassino era una donna a bussare alle porte dei cittadini per “battere cassa”. A Montebello, invece, a bordo di un furgone bianco della “polizia zoofila” se ne aggiravano altre due.

 

«EQUITALIA DEVE RISARCIRE IL CONTRIBUENTE. IL PIGNORAMENTO ERA ILLEGITTIMO»