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Bankitalia “bacchetta” le banche

Bankitalia “bacchetta” le banche 

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Le banche forniscono il credito attraverso le relazioni personali e non con analisi tecniche”. 

Quello che era un legittimo sospetto di molti, ora trova conferma, nero su bianco, da parte del Direttore Generale di Bankitalia Salvatore Rossi.

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Il suo monito segue di alcuni mesi le dichiarazioni del Governatore Ignazio Visco, che aveva evidenziato i rischi determinati dall’esistenza di partecipazioni bancarie all’interno delle piccole e medie imprese.

Come ha sottolineato Rossi, tra i Paesi europei l’Italia è quello in cui è più forte la differenza di produttività tra grandi e piccole-medie imprese. 

Le nuove realtà aziendali nascono con una certa facilità, ma poi altrettanto rapidamente spariscono, o si bloccano in una fase di stallo

Tuttavia, circa metà del nostro Prodotto Interno Lordo nasce nelle piccole e medie imprese, quindi queste “vanno aiutate a crescere, non lasciate morire quando non sono davvero malate terminali”. 

Perciò, gli istituti di credito hanno l’obbligo di garantire condizioni di profittabilità, trasparenza, e governance, sufficienti per ottenerecondizioni competitive di provvista da trasferire ai tassi sugli impieghi, ribassandoli, e di raccogliere, al bisogno, nuovo capitale rapidamente e in misura adeguata”.

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Da redazione 

 



 

Crisi, Nordest sempre più debole

Continua l’emorragia di produttività in Veneto. Infatti, dall’inizio dell’anno, 150 imprese al mese hanno avviato una procedura di crisi aziendale, per un totale di 1083 (nel 2013 erano state 1.161). I dati provengono dal Report sugli effetti occupazionali delle crisi aziendali curato dall’Osservatorio & Ricerca di Veneto Lavoro.

Si rileva inoltre una riduzione delle richieste di cassa integrazione ordinaria per temporanea crisi di mercato, che calano del 27,2% (circa 13 milioni di ore autorizzate a fronte delle quasi 18 dei primi sette mesi dell’anno scorso). Aumentano invece considerevolmente le ore di cassa integrazione straordinaria per ristrutturazione e crisi aziendale che toccano quota 37milioni (quasi otto milioni in più rispetto all’analogo periodo dell’anno scorso). Si registra purtroppo anche un aumento dei licenziamenti collettivi, che passano dai quasi 7.500 del 2013 ai circa 8.000 di quest’anno.

 

Credito, l’Italia è un Paese per vecchi

Il tema dei prestiti personali è sempre più sentito, a causa della profonda crisi economica e di un sistema creditizio estremamente rigido. Dopo i primi sei mesi di attività, UsuraOnline ha svolto un’indagine statistica sulle 90.000 richieste pervenute, da cui emerge un quadro profondamente frammentato del nostro Paese.

Le regioni da cui provengono il maggior numero di richieste di verifica usura su prestiti in corso sono Campania (11.800), Lombardia (11.300) e Sicilia (11.200). Insomma, un Paese tristemente accomunato.

Le categorie complessivamente più colpite i dipendenti di azienda privata (44% del totale delle richieste) e gli autonomi (28%). La fascia sociale che tiene meglio è invece quella dei pensionati (7%).

Le regioni che presentano il maggior numero di dipendenti privati in sofferenza sono Emilia Romagna (63% su 4.300) e Marche (67% su un totale di 1.500), mentre la regione più virtuosa è il Friuli Venezia Giulia (22% su 900). Per quanto riguarda gli autonomi, le regioni con il maggior numero di richieste, in percentuale, sono Calabria (40% su di 3.000), Friuli Venezia Giulia (33%) e Trentino Alto Adige (80% su 500); la regione in cui gli autonomi sono più “virtuosi” invece è la Sicilia (15%).

Analizzando invece i dati su base territoriale, le regioni con il maggior numero di rate non pagate sono Calabria (80% su 300), Veneto (41% su 1.700) e Friuli Venezia Giulia (67% su 900). 

Note: l'analisi è stata svolta su un campione di 8.940 richieste di utenti che hanno dichiarato di avere almeno un prestito in corso con regolare rimborso, da 1 a 3 rate pagate in ritardo, oltre 3 rate non pagate.

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