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Reddito di Cittadinanza: cosa ne sarà nel 2023

Quali sono le reali intenzioni del Governo Meloni in materia di RdC?

Reddito-Cittadinanza-2023Lungamente atteso, accolto con grandi speranze, a distanza di pochi anni dalla sua introduzione questo sussidio economico ha visto colare a picco la sua “credibilità” da parte della classe politica. Dopo una prima ondata di modifiche introdotte dalla Legge di Bilancio 2022, il prossimo anno potrebbe introdurre ulteriori limitazioni e un assottigliamento della platea di beneficiari. Ma andiamo con ordine.

Cos’è il Reddito di Cittadinanza e com’è cambiato nel 2022

Si tratta di un sussidio erogato su base mensile, ed il cui ammontare, compreso tra 400 e 840 euro, viene calcolato in base al numero di componenti del nucleo familiare. I percettori di età compresa tra 18 e 64 anni hanno l’obbligo di intraprendere un percorso di reinserimento lavoratori.

Attualmente il Reddito di Cittadinanza è destinato alle famiglie il cui ISEE non supera 9.360 euro annui.

La Legge di Bilancio 2022 ha ridotto da tre a due il numero di offerte di lavoro che il beneficiario può rifiutare prima che venga decada il diritto a godere del sussidio.

Il requisito di congruità delle offerte lavorative è stato esteso anche a luoghi distanti da quello di residenza.

Contestualmente la scorsa Legge di Bilancio ha sollecitato un maggior numero e frequenza dei controlli sulla fedina penale dei componenti del nucleo familiare. Inps e Ministero della Giustizia cooperano in tal senso all’integrazione dei dati.

A partire da quest’anno, inoltre, è possibile monitorare anche l’eventuale presenza di patrimoni esteri.

Reddito di Cittadinanza: i possibili scenari del 2023

Il Governo Meloni ha già reso noto che il sussidio NON sarà cancellato. L’intento di fondo sarebbe invece concentrare le risorse economiche relative a questa misura per il sostegno ai cittadini impossibilitati a (ri) entrare nel mercato del lavoro (a causa dell’invalidità, o per la necessità di occuparsi dei minori della famiglia).

Secondo i dati dell’ANPAL sarebbero attualmente 600mila i destinatari del Reddito di Cittadinanza teoricamente occupabili. La stragrande maggioranza di questi (75%) vive al Sud, due su tre hanno come unico titolo di studio la licenza media ed il 50% circa ha più di 40 anni.

Sarà concretamente possibile far rientrare nel mercato del lavoro categorie così particolari e poco “attrezzate” in termini di curriculum?

La redazione



 


Pignoramento pensione e tredicesima: tutto quello che devi sapere

Il momento più atteso dai lavoratori prima di Natale?

Pignoramento-pensione-tredicesimaL’accredito della tredicesima sul conto corrente.

E l’incubo peggiore?

Non ricevere la tredicesima o, peggio ancora, subirne il blocco e pignoramento a causa di un debito pregresso.

Le ansie connesse a questo scenario si moltiplicano e amplificano se il debitore ha smesso di lavorare e da qualche anno è pensionato.

Una delle categorie più esposte alla crisi, all’aumento del costo delle materie prime e dei beni alimentari, è infatti rappresentata dalle persone anziane, che spesso patiscono le ristrettezze economiche e materiali in concomitanza con una grave solitudine e senso di abbandono.

Non tutto è perduto, però. La buona notizia è che il legislatore (nel caso specifico il Codice Civile) ha tentato di temperare e conciliare il diritto del creditore a riavere i suoi soldi con quello del debitore di non sprofondare nell’indigenza e nella disperazione causa impossibilità ad acquistare anche i beni di prima necessità.

Sono quindi stati fissati dei limiti e quantificati gli importi percepiti a titolo di pensione e tredicesima al di sotto dei quali il creditore non può intraprendere misure di recupero.

Quanto possono pignorarti in caso di debito? Dipende dal minimo vitale

Questa espressione indica la quantità di denaro INDISPENSABILE a garantire il soddisfacimento dei bisogni primari (vitali, quindi) dell’individuo.

La determinazione del minimo vitale varia periodicamente in quanto è calcolato in relazione all’ammontare dell’assegno sociale, soggetto annualmente a revisioni/integrazioni.

In linea generale possiamo dire che lo stipendio è impignorabile - se accreditato PRIMA del pignoramento - quando ammonta ad una cifra inferiore all’equivalente del triplo dell’assegno sociale.

Se invece lo stipendio/salario viene accreditato in concomitanza o DOPO il pignoramento, la somma intoccabile è quella equivalente al doppio dell’assegno sociale.

Il minimo vitale si identifica invece con l’importo di mille euro se il debitore è un pensionato. Al di sotto di questa somma, valida anche per la tredicesima, il creditore non ha margini di manovra.

La redazione 



 


Debiti: sotto quale importo non è ammesso il fermo auto?

Sfatiamo un luogo comune

Limiti-debito-fermo-amministrativo Nessuno (o quasi) decide a cuor leggero di “aggirare” un creditore. A parte i pregiudicati o le persone senza scrupoli, a nessuno piace accumulare pendenze verso privati, verso le banche, o verso lo Stato.

Anzi, il più delle volte la “nascita” di un debito è preceduta da problemi familiari e/o di salute, da notti insonni, dall’angoscia e da svariati dubbi. Perché una qualunque pendenza non scompare, non si dissolve magicamente, al contrario, con il passare del tempo può determinare un effetto slavina. Produrre conseguenze esponenzialmente dannose a causa di “optional” come gli interessi di mora, determinando così l’ipoteca e/o il pignoramento dell’immobile di residenza, o il fermo amministrativo e le ganasce fiscali all’auto.

È quindi legittimo chiedersi se esiste un importo minimo al di sotto del quale, in caso di debiti, il creditore NON può rivalersi sul veicolo del debitore. Limiti economici peraltro previsti anche nel caso in cui il bene “aggredito” sia un immobile

Sotto quale cifra NON non è consentito il fermo amministrativo?

La cattiva notizia, per i cittadini indebitati, è che la legge non si è pronunciata in merito. Quindi, teoricamente possono essere apposte le ganasce fiscali anche per debiti di poche centinaia di euro.

Anni fa si era espressa in merito Equitalia Spa, l’agenzia statale di riscossione fiscale, fissando duemila euro come limite minimo per il fermo amministrativo di UN veicolo di proprietà del debitore.

Se invece la pendenza era compresa tra duemila e diecimila euro, il creditore avrebbe potuto intervenire richiedendo le ganasce fiscali per un massimo di dieci veicoli intestati al debitore. Qualora l’importo da saldare fosse stato superiore a diecimila euro, invece, il fermo amministrativo sarebbe potuto intervenire su TUTTI i veicoli del debitore.

Nel 2017, però, Equitalia Spa è stata rimpiazzata da Agenzia delle Entrate Riscossione, quindi queste regole generali non sono più state valide. Ed in tempi più recenti la Suprema Corte ha dichiarato che il fermo amministrativo è ammissibile INDIPENDENTEMENTE dall’ammontare del debito, in quanto tale provvedimento ha il solo scopo di sollecitare il saldo da parte del debitore.

Sono però necessarie due notazioni che possono – almeno parzialmente – tranquillizzare chi ha una pendenza e teme che da questa possano scaturire le ganasce fiscali.

Affinchè la misura si concretizzi è necessario che, A MONTE, sia avvenuta la notifica della relativa cartella, e che, in seconda battuta, il debitore abbia avuto ALMENO trenta giorni di preavviso prima che scatti effettivamente il fermo. Tale finestra temporale è necessaria in quanto rappresenta “l’ultima spiaggia” offerta per regolarizzare la propria posizione e scongiurare il blocco del veicolo.

Vuoi verificare se sulla tua macchina c'è un fermo amministrativo? Clicca qui 

La redazione 



 


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