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Notizie

Illeciti bancari: buone notizie per i cittadini al rientro dalle vacanze

Grandi e piccoli istituti di credito, senza distinzioni di sorta. La “battaglia” contro l’anatocismo intrapresa dal Movimento Consumatori continua a raccogliere i suoi “frutti”. Nelle settimane scorse è toccato a Milano e Cuneo emettere due ordinanze che vietano a Intesa San Paolo e Banca Regionale Europea (Gruppo Ubi) di ricorrere alla capitalizzazione degli interessi sui conti correnti dei clienti. L’intervento dei due tribunali segue le azioni collettive intraprese dall’associazione. 
 
Le ordinanze riguardano un bacino d’utenza assai ampio. Basti pensare che la sola Intesa San Paolo ha più di dieci milioni di clienti, pari a circa il 15% del mercato. A conti fatti, dallo scorso anno i proventi della banca connessi alla pratica dell’anatocismo ammonterebbero a 300 milioni di euro.
 
«Le decisioni dei Tribunali e la conferma del divieto di anatocismo da parte del CICR- segnano una grande vittoria della nostra campagna, che comporterà una riduzione del costo del credito; la battaglia non è però finita in quanto ora tutte le banche devono restituire tutti gli interessi illegittimamente applicati. Il Movimento Consumatori invita nuovamente Banca d’Italia, alla quale da mesi ha presentato un esposto, a farsi parte attiva per ordinare a tutte le banche italiane di restituire gli interessi anatocistici illegittimamente applicati». Così ha commentato Alessandro Mostaccio, Segretario Generale dell’associazione.
 

 

«Riscuotere le tasse? Per farlo Equitalia non è necessaria»

Chi fa da sé fa per tre. È questo che deve aver pensato il comune di Ragusa, visto che ha recentemente deciso di fare a meno di Equitalia procedendo, in via sperimentale, alla gestione diretta della  riscossione coattiva .
 
Il cambio di rotta dell’amministrazione è stato reso noto dal dirigente del Settore Tributi. Quest’ultimo dovrà, a breve, scegliere a chi demandare l’esercizio del servizio nelle sue varie fasi.
 
«La gestione diretta del recupero crediti patrimoniali, di tributi e di sanzioni amministrative, è determinata dalla necessità di giungere in tempi certi e rapidi all’attuazione dell’azione di recupero anche in presenza di una mobilità più accentuata, rispetto al passato, dei soggetti debitori. Senza contare che garantirebbe i necessari flussi di cassa e il rispetto della veridicità delle previsioni di competenza». Così l’amministrazione cittadina.
 
Ragusa non è la prima a licenziare Equitalia. A precederla, qualche mese fa, Pescia (Pistoia). La città ha infatti istituito una sorta di gruppo di lavoro allo scopo di «incrementare quantitativamente e velocizzare la riscossione delle entrate comunali con ogni soluzione possibile». 
 
«La nostra è una rivoluzione vera e propria dal punto di vista pratico. Aggiorneremo tutte le banche dati dei residenti e aumenteremo la velocità della connessione internet da 2 a 40 mega: questo ci permetterà di lavorare principalmente online, con riduzione delle spese e dei tempi di attuazione delle procedure». Queste le parole con cui il Comune aveva presentato l’iniziativa. 
 

 

Nulla l’ipoteca firmata dai funzionari di Equitalia decaduti

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Chissà se lo Stato aveva previsto “l’effetto slavina” innescato dalla dichiarazione di illegittimità dei dirigenti di Equitalia. Quasi certamente no, considerando l’estrema sicurezza ostentata nei mesi scorsi. 
 
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I fatti però, continuano ad andare in direzione opposta. Questa volta tocca alla Commissione Tributaria Provinciale di Frosinone, che ha sancito la nullità delle firme dei ruoli, delle cartelle esattoriali e, in definitiva, delle ipoteche richieste dai suddetti funzionari.
 
Tale pronuncia “apre” una nuova, ulteriore, frontiera, perché finora a essere bollati come illegittimi erano stati solo gli accertamenti fiscali siglati da quei dirigenti. Se è nulla la cartella esattoriale, la stessa sorte tocca alle misure che ne sono diretta conseguenza (pignoramenti, ipoteche e fermi amministrativi). 
 
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Perciò, il cittadino può contestare direttamente il provvedimento di Equitalia, invocando la nullità dell’atto prodromico, che investe per inesistenza e invalidità assoluta tutto ciò che da lì si è originato.
 
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Da redazione


 
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